Don Bruno Maggioni: Il prete che canta i Ricchi e Poveri

Viene chiamato da tutti “Il parroco della gioia”, lui è Don Bruno Maggioni, parroco nell’alta Valsassina che fino a poco tempo fa, si occupava della parrocchia del Sacro Cuore a Limbiate.
Don Bruno celebra ed anima i matrimoni in un modo del tutto particolare e con un tocco di gioia e di festa, cantando a fine celebrazione uno dei brani più famosi dei Ricchi e Poveri “Mamma Maria”.
Lo abbiamo intervistato e gli abbiamo chiesto come sta, visto il suo recente infarto che lo ha colto, subito dopo Pasqua.

Abbiamo saputo del suo malore dovuto ad un infarto al cuore. Come sta adesso?
La notte di Pasqua, dopo aver celebrato due veglie pasquali, sono stato colto da un infarto che grazie a Dio, è stato preso in tempo, ed ho subìto un intervento di angioplastica. Al momento sono ancora convalescente ma sto già meglio.
La mia fiducia in Gesù e la forza della preghiera di molti fedeli, mi hanno aiutato a riprendermi.

Quando ha iniziato esattamente, ad animare le celebrazioni matrimoniali, con il canto dei Ricchi e Poveri?
Sono sempre stato un prete con un carattere esuberante, gioioso e trascinatore.
Un giorno si è presentata l’occasione di un matrimonio, in cui gli sposi non avevano nessuno che cantasse e suonasse in chiesa, così dopo il rito matrimoniale, al momento delle firme, mentre la gente si salutava, avevo un registratore a portata di mano, e fu come quasi come una “casualità”; lo accesi e partì la canzone dei Ricchi e Poveri. A quel punto tutti furono coinvolti nel canto e nella gioia.
Quella fu l’occasione che mi spinse a riproporlo nei successivi matrimoni. Ogni volta si crea un bel momento di gioia, di festa, di allegria e di augurio. Il brano “Mamma Maria” viene associato da molti, alla Madonna per cui sostiene ancora di più la grazia del sacramento celebrato.

Questo tipo di animazione potrebbe risultare per qualcuno, fuori luogo. Cosa pensano gli altri parroci di questa iniziativa?
Devo dire che tutto sommato, è un iniziativa accettabile ed anzi, alcuni parroci sono incuriositi . Ho appena celebrato un matrimonio a Bassano del Grappa, e questo ha suscitato curiosità ed interesse. Se a qualcuno piace un rito più serioso, magari questo tipo di animazione viene visto fuori luogo. Credo che il cristiano debba avere un atteggiamento di gioia, di accoglienza e di partecipazione.

Con questo tipo di “evangelizzazione”, ha riscontrato un maggiore avvicinamento da parte di chi era lontano dalla chiesa?
Si, ho riscontrato tantissimo l’avvicinamento di molte persone che spinte dalla curiosità, si sono avvicinate di più alla chiesa. La liturgia non è altro che la storia di un evento, di un racconto presentato a chi in quel momento sta partecipando; le persone non devono essere spettatrici ma devono partecipare da protagonisti.

Com’è nata la sua vocazione al sacerdozio?
Avevo 23 anni quando entrai in seminario. Prima studiai per diventare maestro di elementari, per cui la didattica, la comunicazione è qualcosa che già è innato in me.
Avevo già fatto il servizio militare ed anche lì, sperimentai l’amicizia e la gioia di stare insieme agli altri. Prima di entrare in seminario, mi laureai in pedagogia poi presi la strada del sacerdozio, sentivo di volermi consegnare agli altri e mettendo in pratica i doni che il Signore mi aveva dato.

Lei è già diventato un “personaggio pubblico” proprio per questo tipo di esibizione canora che fa, dopo la celebrazione del matrimonio, infatti più volte è stato ospite da Barbara D’Urso nella trasmissione “Pomeriggio 5”. Ma non pensa che in questo modo le persone si avvicinino a lei come personaggio e si allontanino dalla figura di Cristo?
Questa è la mia preoccupazione! Ciò che faccio vorrei che fosse soltanto un primo tentativo di approccio con la chiesa perché poi si dovrebbe andare oltre. Ad esempio il mio confessore mi ha sempre incoraggiato a continuare; solitamente uso regalare dei doni ai ragazzi o alle persone che si avvicinano a me, questo per catturare la simpatia per poi riuscire a trasmettere loro la verità del Vangelo. Far breccia nel cuore degli altri, può aiutare a trasmettere Cristo con più facilità.

Ormai ha sposato molte coppie nel corso della sua vita sacerdotale, qual è la caratteristica che accomuna gli sposi ed il valore che invece manca in alcune coppie?
Ho celebrato centinaia di matrimoni e ciò che li accomuna tutti è proprio il desiderio della celebrazione, alcune coppie arrivano preparate e consapevoli nel voler realizzare il loro desiderio maturato nel tempo. Altre invece iniziano da un nuovo punto di partenza cioè quello di cominciare a vivere una nuova vita di coppia insieme a Gesù.
E’ anche vero che alcune coppie, nel corso della loro strada, si sono smarrite e questo perché probabilmente non hanno capito cosa significhi “stare insieme” fra loro e con Gesù.
Molte coppie con figli, ormai si separano, ed il bimbo diventa l’ultimo loro pensiero.
Si sono persi tanti significati e valori profondi, e non posso far altro che pregare per loro.

Cosa vuole dire alle coppie che intraprenderanno la vocazione matrimoniale?Solitamente quando celebro un matrimonio, mi avvalgo durante l’omelia, anche di gesti e di consigli pratici che riguardano la vita quotidiana della coppia. Ad esempio regalo loro, un quadro della Madonna, raccomandandogli di pregare ogni giorno insieme. Oppure regalo alla sposa un kilo di pasta, raccomandandole di cucinarla per il marito con amore; allo sposo regalo uno scolapasta raccomandandogli di collaborare nelle faccende di casa insieme alla moglie e quindi di creare un atmosfera di partecipazione.
Quando inizio a parlare della fecondità del matrimonio e del dono dei figli, regalo loro alcuni ciucci, augurando loro tanta fecondità.
Per cui quello che auguro a tutte le future coppie di sposi è quello di formare una santa famiglia attraverso la partecipazione e la collaborazione.
Ci sono molte coppie che vengono a trovarmi nonostante sia a 1000 mt di altezza sulle montagne, ma devo dire che molte coppie oggi sono orfane, non hanno un parroco che li segue. Quello che cerco di fare è seguire tutte le coppie, donando loro la mia presenza e la mia gioia. Il prete della gioia è il prete del si!
Servizio di Rita Sberna