Filippo Bataloni: dal Cielo “piovono miracoli”

Dalla tragica morte per #leucemia di un bambino di otto anni possono “piovere miracoli”. Questa straordinaria esperienza è stata raccontata da Anna Mazzitelli e Stefano Bataloni, mamma e papà del piccolo Filippo, scomparso nel novembre 2014, prima in un blog, intitolato appunto Piovono miracoli, poi, nel libro Con la maglietta a rovescio. Storia di Filippo Bataloni (Porziuncola, 2018). Il volume, che gode della prefazione di don Luigi Maria Epicoco, è stato pubblicato giovedì scorso e presentato il giorno dopo presso la libreria LaFeltrinelli in via Appia Nuova, a Roma, dai coniugi Bataloni, assieme al giornalista Massimiliano Coccia.

Il titolo prende spunto da un curioso vezzo di Filippo, che amava indossare le magliette al contrario, “perché – si legge nella quarta di copertina – la parte esterna per lui contava poco; quello che era veramente importante era il dentro, senza scritte, senza stampe, senza logo”. Un bimbo dal temperamento forte, intelligente, pieno di fantasia ed energie nonostante la malattia, incredibilmente maturo anche dal punto di vista spirituale. A otto anni, Filippo era cosciente di dover morire ma non ne aveva paura, perché sapeva che la sua destinazione era la Casa Celeste, affianco a Dio Padre.

Anna e Stefano hanno deciso di mettere nero su bianco la storia del loro primogenito non certo nella pretesa di “dare risposte” su come si possa vivere un dolore così grande, né di insegnare nulla a nessuno. Loro desiderio era essenzialmente quello di condividere con i lettori l’immenso “dono” ricevuto, “un dono così grande che era bene non sprecarlo”, ha confidato Stefano Bataloni durante le presentazione del libro. Di certo, anche a distanza di tre anni, non si può dire che quella vissuta sia stata di per sé una “bella esperienza”. Tutt’altro. Eppure, “con il tempo, il brutto si è affievolito ed è rimasto il bello”, ha commentato Anna. E il bello di questa storia è essenzialmente nella Croce che ha fatto l’ingresso nella vita di questa famiglia, che ha saputo accoglierla come un momento di grazia, purificazione e offerta al Signore.

Tantissima gente, grazie al blog Piovono miracoli, è venuta a conoscenza della malattia di Filippo, quando ancora erano vive le speranze in una sua guarigione. E il libro racconta di persone lontane che hanno pregato intensamente per il bambino, alcuni incontrando personalmente i genitori e stringendo amicizia con loro. C’è anche il commovente episodio di una reliquia di San Giovanni Paolo II – consegnata ad Anna da una signora assai devota – che ha aiutato Filippo a superare uno dei momenti più critici della sua malattia, segnata da tre trapianti di midollo e quattro recidive e varie fasi di relativa salute, prima della fase terminale. “Non abbiamo mai smesso di credere che, nonostante la sofferenza, c’era Qualcuno che ci amava”, ha detto Stefano. I Bataloni hanno condiviso il loro dramma con altre famiglie di bambini ugualmente colpiti da leucemia. Anche qui sono nate amicizie davvero speciali, come quella con Emma, che dopo aver condiviso il ricovero con Filippo, nel libro, racconta commossa come la tempra e la serenità del suo coetaneo, l’abbiano aiutata a trovare la forza per la guarigione.

“A volte si tende a rimanere aggrappati a un dolore per non fare un torto a chi non c’è più – ha osservato la mamma di Filippo –. Noi, però, preferiamo rimanere aggrappati al bello che nostro figlio ci ha regalato… Farei un torto a Filippo, se non sorridessi!”. Fermo restando che, ha puntualizzato, “accudire due figli, quando sai di averne avuti tre, non è una cosa che ci può rallegrare…”.

Al dolore dei genitori di Filippo, si aggiunge, infatti, quello dei due fratelli, Francesco e Giovanni, oggi rispettivamente di 9 e 5 anni. Francesco ha ovviamente vissuto il dramma con maggiore consapevolezza, essendo, oltretutto, nato prematuro, appena cinque giorni dopo il primo ricovero di Filippo, a seguito della prima diagnosi di leucemia. “Agli altri due figli, ho parlato con franchezza di quello che stava accadendo – ha detto la madre –. Francesco ha superato le sue difficoltà, anche perché, in queste circostanze i bambini hanno più risorse di noi adulti…”.

In conclusione, il moderatore dell’incontro, Massimiliano Coccia, ha dato lettura del commento all’opera postato sul proprio profilo Facebook da fra Pietro Luca, francescano di Assisi, amico dei coniugi Bataloni, secondo il quale, la copertina basta già da sola a descrivere l’essenza del libro: c’è il volto, il nome e cognome del protagonista, Filippo Bataloni, i nomi dei suoi genitori, nella cui prospettiva è raccontata la vita di questo bimbo straordinario. Ma, soprattutto, c’è il titolo, con quella parola “rovescio” che è la vera chiave di comprensione della vicenda, praticamente “un appello di Filippo e di Dio e rovesciare la prospettiva su di noi, sulla realtà e su Dio”, proprio nei giorni in cui, con l’avvicinarsi della Pasqua, ci accingiamo a contemplare l’“amore rovesciato” di Dio. Anche il nome della casa editrice, osserva il frate, è emblematico: la Porziuncola, ovvero quella “piccola porzione di terra”, parla “della vita e morte di Francesco d’Assisi” e, in questo caso, della breve vita del piccolo Filippo. È la conferma che sono proprio i bambini, i piccoli, ad avere sempre una marcia in più nel lungo cammino verso il Cielo.