Dopo il lavoro in televisione, il licenziamento e la rinascita nella fede

Intervista ad Antonio Conticello, ex dipendente dell’azienda televisiva gruppo Mediaset; ha realizzato numerosi documentari, cortometraggi e si occupava della sceneggiatura di programmi televisivi.

Ha curato programmi inerenti a vari Festival, tra cui “Il Giffoni Film Festival”.

E’ originario della Sicilia, cresce ad Augusta e si trasferisce a Milano nel 1990, e proprio in quell’anno inizia a lavorare per Mediaset.

Fra i tanti lavori televisivi ha realizzato molti speciali come quello su Freddie Mercury, L’uomo ragno, Dylan Dog.

Giunto alla direzione della produzione tv satellitare del gruppo Mediaset, realizza tutti i programmi dei quattro canali, tra cui:  “La macchina del tempo” con Alessandro Cecchi Paone. In seguito si occupa di “Verissimo”. Nel 1996, diventa anche speaker radiofonico di RTL 102.5.

Conosce la moglie in un villaggio turistico, tutti e due facevano gli animatori. Si sposano e diventano genitori di 4 figli.

Lavorare in televisione per Antonio Conticello è stato sempre un sogno sin da ragazzo, ma purtroppo all’età di 45 anni, riceve dall’azienda la famosa lettera di licenziamento che nessuno mai vorrebbe leggere…

Cos’è successo il giorno che sei stato licenziato?

Il direttore del personale mi ha convocato per darmi una lettera nella quale praticamente mi si chiedeva di lasciare l’azienda. Umanamente il mondo mi è crollato addosso…ma sinceramente non so perché in quel momento mi son sentito di dare la mia testimonianza e sottolineare il fatto che con me c’era “un prode valoroso al mio fianco Gesù Cristo” e che mi avrebbe dato forza e coraggio. In effetti rientrando a casa ascoltavo il giornale radio di Radio1 e appresi che in quello stesso giorno un altro dirigente napoletano era stato licenziato…lui però si era buttato nel porto di Napoli con la famiglia…io proseguivo in auto verso il raggiungimento della mia…con gli occhi pieni di pianto…d’accordo ma con “il prode al mio fianco”.

 Ti avvicini alla fede per mezzo del cammino neocatecumenale?

Si certamente. Come puoi ben intuire da ragazzo si andava in parrocchia, si svolgeva attività oratoriale ma poi con l’andar del tempo, le esperienze fatte si allontanavano sempre di più dai principi della Chiesa. Poi un bel giorno, quando meno te l’aspetti, incontro la mia attuale moglie in un villaggio turistico. Entrambi eravamo animatori e scorsi sul suo comodino un libro dalla copertina marroncina: la Bibbia di Gerusalemme. Da lì, il salto è stato continuo e mi sono ritrovato in cammino. Dapprima le catechesi fatte a Milano, dove mi ero già trasferito, poi l’inizio di un percorso che porta alla riscoperta delle promesse battesimali. Quindi la consapevolezza di un Dio Padre, che elargisce Amore e che ti ama per quello che sei. Il cammino neocatecumenale è la strada attraverso la quale il Signore è venuto a prendermi, ci sono tantissime altre realtà e movimenti post-conciliari con i quali la gente che si è persa può avvicinarsi a Cristo.

 Hai 4 figli, uno di loro purtroppo, è salito al cielo durante la gravidanza. Vuoi parlarcene?

Si, ho quattro figli per l’esattezza tre ragazze e un ragazzo, quindi nella mia famiglia sono bandite le votazioni…perderemmo in partenza ahahah. Diciamo che la penultima era una gemella eterozigota e al terzo mese praticamente non ce l’ha più fatta. La cosa straordinaria è che al momento del parto, mia moglie si era preoccupata che ciò che fosse rimasto non fosse buttato via…in verità con grande meraviglia, il feto si era riassorbito…adesso è tra gli angeli e veglia su di noi.

E’ la fede che ti fa superare questi momenti di sconforto, dovuti anche alla precarietà economica?

Senza dubbio avere un appiglio, una roccia alla quale aggrapparsi, soprattutto in questi momenti di così dura prova e di grande precarietà economica è una benedizione. Non ti nego, e sarei un ipocrita a non confessarlo, i momenti bui … quelli di mandare tutto all’aria … e di compiere qualche insano gesto sono passati, ma il Signore mi ha sempre preservato. Non è certo per merito mio, o forse io gli ho lasciato sempre una piccola fessura del mio cuore, anche se microscopica e lui, con il suo Spirito Santo è sempre riuscito a rigenerarmi grazie alla preghiera e alla fedeltà al cammino di fede.

 

Sei molto legato al Santuario siciliano della Madonna delle lacrime. Cosa ti è successo in quel luogo?

Diciamo che, anche se sono cresciuto ad Augusta e fatte le scuole superiori proprio a Siracusa, la Madonnina, non l’avevo mai contemplata. E’ accaduto che circa tre anni fa, a seguito di un momento in cui avevo proprio toccato il fondo, mi sono recato al Santuario dal mio carissimo amico rettore del santuario Don Luca Saraceno. Bè, dopo una lunga confessione, mi sono recato alla casa di via degli Orti, lì dove è avvenuto il miracolo e da quel giorno non posso fare a meno di andarci ogni qual volta torno in Sicilia. In uno di questi giorni di ritorno nella mia terra, vado a recitare le lodi e mi accorgo che ad un certo punto non riesco più ad andare avanti e cado in una sorta di catalessi. Era una sensazione davvero piacevole, non riuscivo ad aprire gli occhi…non saprei dirti, sta di fatto che dopo un po’ di tempo (non saprei quantificarti quanto) mi sono ridestato ed ho continuato le mie lodi. Sono rimasto in contemplazione ancora per un po’ dopo di ché sono uscito. Ebbene, mi sentivo un sorriso stampato sul volto e quando camminavo i miei piedi era come se non poggiassero per terra. Ero in uno stato di grande gioia e pace che è perdurata per una decina di minuti. Davvero unico.

Nel 2012 hai scritto un romanzo dal titolo “La scalata della piramide di sale” col quale hai riscosso un enorme successo. Puoi dirci brevemente di cosa parla?

E’ la storia di quattro ragazzini appena tredicenni che puntano a scalare una piramide di sale per dare seguito ad un detto popolare del paesino nel quale vivono “Chi riesce a scalare la montagna di sale della salina Regina…diventa grande!”. Noi tutti, volenti o nolenti siamo “segnati” nel bene e nel male, a tutto ciò che abbiamo vissuto fin dai primi giorni della nostra vita. Ecco che tutte le esperienze fatte sin da bambini, da adolescenti, da ragazzi e da adulti…sono ingredienti fondamentali e direi anche “necessari e indispensabili” per la formazione caratteriale di una persona. Ogni cosa ha un suo preciso significato e per me il crescere ad Augusta…sulla vecchia salina Regina ha decisamente lasciato il segno. Affacciarsi quotidianamente sugli immensi specchi d’acqua invernali per poi vederli trasformare lentamente (seppur con un puzzo non indifferente) in distese bianche e immacolate…traguardare l’orizzonte e vedere il blu del mare del golfo xifonio e lasciarsi accarezzare dal vento…bè penso che non era possibile che non lasciasse il segno. L’immensità delle vasche salate è da paragonare all’immensità della gioia della vita, di quello che siamo chiamati a fare su questa terra. Il libro vuole illuminare le coscienze giovanili e non, per far loro riscoprire i valori dell’amicizia, la riscoperta della semplicità delle cose, quelli di un’appartenenza ad un credo religioso cristiano fondamento della famiglia.

 Perché questo romanzo è diventato così importante per te?

Mi ha permesso di confrontarmi ancora una volta, di tentare nuove strade, di conoscere altra gente, di ambiti diversi a quelli che bene o male avevo frequentato ovvero quelli della TV. Diciamo che si è trattata di una ulteriore crescita

 Uscirà anche un tuo secondo libro?

Ma sai, il mio secondo libro ce l’ho già pronto. Ma adesso mi sento un tantino stanco nel pensare di dover rimettermi ancora in moto, per promuoverlo. Il libro è stato letto da una mia carissima amica … mi ha detto che vale…ma sinceramente vorrei provare a trovare una casa editrice che possa supportarmi in modo differente rispetto alla precedente.

Oggi molti padri di famiglia si ritrovano ad aver perso il lavoro. Cosa vuoi dire a tutti questi papà che vivono il tuo stesso disagio?

Mi sento di dire di non mollare…di alzare giorno dopo giorno la testa…ma per prima cosa di cercare Gesù Cristo…senza di lui ogni tentativo risulta vano e per quanto ti possano andare bene le cose…prima o poi lo scivolone lo prendi ed è proprio in quei momenti che, se non hai “il prode al tuo fianco” rischi di precipitare a fondo. Quindi la preghiera, la celebrazione eucaristica…nutrimento fondamentale per la vita di tutti i giorni.

 Servizio di Rita Sberna