Sono un malato di SLA, ma ho tanta voglia di vivere grazie alla Regina della Pace

Sono un malato di SLA, ma ho tanta voglia di vivere grazie alla Regina della Pace

Questa è la testimonianza toccante, di un giovane ragazzo di 30 anni che vive a Manfredonia. Si chiama Savino Ivano Romagnuolo che prima d’incontrare la malattia, era speaker e Dj di una radio di Manfredonia e amava tanto giocare a calcetto.

Poi all’età di 25 anni, un giorno giocando a pallone, si accorge di non riuscire a tirare la palla e da quel momento la sua vita cambierà per sempre.

La scoperta della SLA, lo ha condotto alla fede, ad una fede che arde di testimonianza, di amore e di conforto per tutti coloro che nella loro vita hanno avuto la grazia di conoscerlo.

Savino inizialmente riusciva a scrivere al cellulare e al pc con le dita ma attualmente, riesce a scrivere con gli occhi grazie ad uno schermo posizionato davanti al suo letto tramite puntatore ottico.

Savino Ivano Romagnuolo è diventato il Vice Amministratore dell’associazione ONLUS “Viva la vita Italia”.

 

 

Savino come e quando esattamente scopri di essere malato di SLA?

Tutto iniziò nella primavera del 2012, già nel mese di Aprile ero molto stanco , ma non davo importanza al sintomo, perché proprio in quel periodo mi ero laureato, quindi pensavo fosse solo stress del momento, infatti proprio questa convinzione mi rese “cieco” perché non davo peso ai segnali sempre più evidenti del mio corpo,  solo a Novembre dello stesso anno un ricovero a Casa Sollievo della Sofferenza individuava un problema serio , a Gennaio 2013 mi comunicavano per lettera postale la diagnosi definitiva di Sla. Un ulteriore ricovero al Gemelli di Roma nel Aprile 2013 confermava ulteriormente la diagnosi.

 

Ad un anno dalla scoperta della malattia, ti ritrovi su una carrozzina. Come hai affrontato la malattia? Cosa pensavi in quei momenti?

Il primo anno è stato il più brutto, ero disperato, nervoso, senza speranza, ero già morto dentro, perché sostanzialmente ero senza fede, ero senza Dio.  La carrozzina iniziai ad usarla per il mio primo pellegrinaggio a Medjugorie nell’Aprile 2014, da quel viaggio non l’ho più lasciata.

 

 

Prima della scoperta della malattia, com’era il tuo rapporto con la fede?

Ero lontano, non bestemmiavo e sapevo che Dio esiste, ma ero molto lontano da Dio perché preso da tanti futili interessi, non è un caso che ho iniziato a frequentare la Chiesa solo quando ero ormai in sedia a rotelle o meglio in carrozzina.

 

Decidi di andare a Medjugorje insieme a tua madre. Quel pellegrinaggio è stato l’inizio della tua conversione?

Mamma già da tempo voleva andare a Medjugorie, a sbloccarmi fu la guarigione di un amico malato di sla avvenuta appunto in quel luogo qualche mese prima, così a fine Aprile del 2014 andammo in questo luogo in Bosnia, sono poi tornato nuovamente nel 2015.  Medjugorie è stato il luogo dove è iniziato il mio cammino di fede, questo è sicuro.