“Ho visto la morte in faccia ed ho pregato l’Ave Maria nel dolore”
Sei stata anche a Lourdes?
Si sono andata a Lourdes, un anno dopo dell’incidente, per una promessa che avevo fatto, ovvero quella che se fossi tornata a camminare sarei andata a ringraziare. E’ stato il viaggio che mi ha illuminata ed arricchita di più, perché per la prima volta davanti alla statua della Madonna ebbi il mio sfogo di pianto e le dissi ad alta voce “Perché proprio a me?” e li ho sentito una voce che mi suggeriva di girare la domanda chiedendomi “perché non a te, cos’hai più degli altri?”
Lì ho imparato a guardare le mie nuove gambette, anche se erano grosse, brutte e ogni tanto mi facevano male, non le ho considerate come una croce ma come una nuova opportunità di vita.
Il fatto di non avere più le tue gambe ma di camminare su delle protesi, non ti ha mai tolto il sorriso ansi …
Ho scoperto di avere un amore spudorato per la vita e riesco a godere delle piccole cose che la vita mi offre: il sorriso di mio fratello, l’abbraccio di uno sconosciuto, una giornata di sole a Milano, un caffè con un amica e penso che farei peccato a guardarmi allo specchio e a lamentarmi solo perché ho due gambe finte.
Camminare su delle protesi non è facile ma tu addirittura corri, balli e sei campionessa di record. Come fai a fare tutto questo?
Dietro c’è tanto lavoro e tanta fatica! L’anno scorso ho vinto anche le mie prime medaglie d’oro, un argento e un bronzo agli europei, ed è stata una soddisfazione grande perché è stato un periodo impegnativo.
Sui social si tende sempre a pubblicare le cose belle e i momenti pieni di gioia, ma comunque di pianti, di cadute e di incidenti ce ne sono stati tanti.
La tua storia è diventata segno di forza e di speranza per tanti altri casi di disabilità.
Però c’è chi, diversamente da te, getta la spugna e arriva a fare delle scelte come quella di staccare la spina. Cosa vuoi dire in merito a ciò?
Sono scelte perché ognuno vive il proprio disagio in maniera molto soggettiva e per come sono fatta io, cerco di guardare sempre le opportunità che la vita mi offre ancora, senza piangere per ciò che ormai non posso fare più o non posso avere più.
Però in merito a queste scelte diverse dalla mia, non riesco ad esprimermi o a dare un parere perché sono scelte molto soggettive. Io sono felice se posso regalare un sorriso e se la mia esperienza possa servire agli altri lo sono ancora di più.