Aleppo, l’esperienza di chi è nato e cresciuto lì: Don Joseph Bazouzou

Aleppo, l’esperienza di chi è nato e cresciuto lì: Don Joseph Bazouzou

Quando abitava ad Aleppo, non ha mai avuto paura delle bombe e della guerra?

Ci sono stati momento in cui tutti noi, ad Aleppo abbiamo avuto paura ma nel momento in cui sono avvenuti i bombardamenti, ma dopo di questo … devo dire che la paura non c’è stata più.

Chi si trova fuori e lontano da questa realtà gli sembra qualcosa di molto più pericoloso ma per noi sacerdoti che portiamo una missione qui, sentiamo dentro il cuore qualcuno che ci dà la forza. Questi momenti che abbiamo vissuto e che alcune città della Siria stanno ancora vivendo, li abbiamo superati con la forza della fede e del Signore.

Come Chiesa non possiamo trovarci deboli perché prendiamo la forza dalla Parola di Dio e chi rimane attaccato alla Sua parola, trova la forza per andare avanti.

In una situazione di estrema guerra, come riesce a portare Cristo nei cuori della gente che soffre?

Intanto devo ricordare che i momenti più terribili li abbiamo vissuti per due anni, da luglio 2012 a luglio 2014, tanti cristiani volevamo scappare dalla città ma non potevamo perché a causa della presenza dei ribelli e degli estremisti, alcuni cristiani venivano sequestrati e alcune volte dovevano anche negare la propria religione.

Allora noi sacerdoti ci siamo posti una domanda: “Come possiamo incoraggiare la gente a vivere la propria fede e a difendere il proprio credo?”. Ovviamente il punto importante è la parola di Dio, la Santa Messa e la preghiera; lì si trova la forza!

Ma quando qualcuno viene obbligato a rinnegare Gesù, lo può fare in apparenza ma poi si pente ma la chiesa ci invita ad avere fiducia nelle parole del Signore, senza preoccuparci di cosa dire perché sarà lo Spirito santo in quel momento, ci indicherà e ci ispirerà sul dire e il fare.

E’ stata già fondata una commissione che raccoglie tante testimonianze di persone che fino alla fine hanno difeso la propria fede.

C’è qualche testimonianza in particolare?

Io ho conosciuto due persone armene che sono state sequestrate due o tre volte, sono state minacciate con la spada sul collo.  Gli estremisti hanno cercato di obbligarli a rinnegare la loro fede.

Alla fine queste due persone non hanno rinnegato la loro fede e pagando in denaro, sono riusciti a tornare a casa.

Questi due signori non erano delle persone praticanti, hanno sempre creduto in Dio ma non frequentavano la Santa Messa e infatti ciò che ha lasciato meravigliati loro stessi, è il fatto di avere avuto la forza di difendere il loro credo davanti le minacce di morte degli estremisti islamici.

Una cosa molto importante per la nostra fede è quella di pregare per il nemico e perdonarlo.

Noi cercavamo di insegnare questo alla nostra gente perché queste persone che fanno del male, uccidendo e rubando, hanno bisogno di essere illuminate dal Signore.

Gesù ci chiede di pregare per loro!