Chi sono i malfattori in veste di benefattori?

“… Gesù che vedeva col suo sguardo divino tutto il bene guastato, diminuito, interrotto, sopraffatto e distrutto dalle insidie dei cosiddetti buoni, nei secoli, pur avendo Egli un Cuore pieno di misericordia, non esitò a chiamarli figli del diavolo e figli della menzogna…”

-Malfattori in veste di benefattori- (1a parte)

Quelli che ostacolano il bene e le opere di gloria di Dio con un pretesto di verità, di pietà o di giustizia “sono figli del diavolo e soddisfano i desideri del loro padre”, ne ereditano la malvagità, ne imitano l’ipocrisia e sono i suoi più validi cooperatori.

È maggiore il male fatto da questi malfattori in veste di benefattori, che da tutti i malvagi che apertamente si dichiarano tali. Gesù che vedeva col suo sguardo divino tutto il bene guastato, diminuito, interrotto, sopraffatto e distrutto dalle insidie dei cosiddetti buoni, nei secoli, pur avendo Egli un Cuore pieno di misericordia, non esitò a chiamarli figli del diavolo e figli della menzogna. È un’espressione terribile che equivale ad una sentenza di eterna perdizione, e deve far pensare seriamente quanti ostacolano il bene, facendosi illudere da satana e da reconditi sentimenti d’invidia, di gelosia, d’orgoglio e di miserabile interesse.

È vero: tutte le opere veramente di Dio incontrano la contraddizione e la persecuzione, ed hanno come suggello la croce, ma guai a quelli che diventano strumenti di satana nel contrastarle, e si pigliano gratuitamente il compito di giudicarle in quello che può giudicare solo l’autorità della Chiesa!

Guai ai monopolizzatori del bene che pretendono averne l’esclusiva e non permettono ad altri di accrescerne la fecondità e la vitalità! Guai agl’invidiosi, mormoratori e calunniatori, che hanno sempre una parola cattiva e mordente da dire a chi stenta per coltivare le sue piccole pianticelle, pretendendo che il grano debba essere di una sola qualità.

Ci sono tante opere simili, che sono come le diverse specie dei frutti; ognuna ha la sua specialità e la sua caratteristica, ed ognuno può rendere feconda una parte del terreno della Chiesa; stroncare questi piccoli vivai solo perché magari si possiede una grande coltivazione significa distruggere quel germoglio di bene che poteva salvare un’anima, anche un’anima sola, e portarla alla perfezione.

Quando vediamo in altri il bene dobbiamo goderne e incoraggiarlo, anche se crediamo che non possa equipararsi a quello che facciamo noi. Dobbiamo godere che molti glorificano Dio, e riguardarci sempre inferiori agli altri, ringraziando il Signore che sorgano accanto a noi quelli che possono supplire la nostra insufficienza.

(Dal commento al Vangelo di San Giovanni del Sacerdote Dolindo Ruotolo)