Don Aristide Raimondi “La mia vita al servizio dei poveri di Librino”

Don Aristide Raimondi “La mia vita al servizio dei poveri di Librino”

Don Aristide Raimondi è parroco della parrocchia “Nostra Signora del Santissimo Sacramento” situata nella zona Librino di Catania.
Librino da anni è diventata un vero supermarket della droga ma ogni giorno Don Aristide, attraverso la Parola di Dio, cerca di portare amore e speranza per un futuro migliore.
E’ stata una scelta personale quella di Don Aristide di andare a svolgere il servizio sacerdotale a Librino proprio perché inizialmente era parroco di una ricca parrocchia della zona etnea di Catania, ma il suo pensiero andava sempre ai poveri di Librino.

Ci racconta com’ è arrivato a Librino?
Vorrei precisare che a Librino ci sono 3 parrocchie perché il quartiere comprende circa 60.000 abitanti ed io sono parroco della Parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramento, ormai da 5 anni, svolgo il mio ministero lì. La parrocchia dove sono parroco io, è quella più antica; comprende il borgo antico e la zona nuova di Librino ma anche la parte più problematica del quartiere.
La ragione per cui ho scelto di andare a lavorare in periferia ha origini vocazionali. Sono membro della comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da Don Oreste Benzi, per cui ho deciso proprio di lasciare la parrocchia residenziale etnea e andare a Librino proprio per questa mia scelta vocazionale.
Il carisma della Comunità di Papa Giovanni XXIII è proprio quello di condividere la propria vita con i poveri, e deve essere una condivisione diretta e non parziale di qualche ora al giorno.
Ho deciso di mettere la mia vita accanto agli ultimi e così il Vescovo accogliendo la mia richiesta, mi ha destinato nel quartiere di Librino.

Lei è spesso a contatto con ragazzi tossicodipendenti e spacciatori. Per arrivare a fare ciò, c’è sempre una sofferenza dietro che li spinge ad agire in quel modo?
Si esatto. Noi quotidianamente facciamo questo tipo di esperienza, cioè incontriamo ragazzi ma ahimè, a volte anche bambini che sono costretti dalle condizioni del quartiere, dalla povertà sia economica che culturale, e questi bambini e questi giovani, si ritrovano per inerzia a dover scegliere tra un quartiere ed una società che non gli offre nulla di diverso neanche un momento aggregativo.
Così ritrovano la possibilità più immediata che è quella che trovano sotto casa, che li porta o allo spaccio o alla delinquenza.
Questa è una realtà presente a Librino ma grazie a Dio non è l’unica perché in contrasto con questa realtà ce ne sono altre come quella di alcune famiglie che soffrono nel silenzio e che scelgono di vivere nella carità e nell’onesta pur avendo disagi.
Girando per le strade del quartiere, vedi giovani che non vanno a scuola, e molti di loro non frequentano nemmeno le medie. Oppure ragazzi che terminano le scuole e medie e non si inseriscono in nessun tipo di struttura professionale e quindi rimangono nel quartiere e sono facile preda della malavita.

Come cerca di trasmettere loro, la Parola di Dio?
A dire il vero loro sono attenti alla Parola di Dio, cioè non rifiutano la proposta che gli viene offerta del Vangelo. Riconoscono il fatto che sono lontani ma si giustificano dicendo che hanno altro da fare.
Comunque rimane il fatto che non sono estranei e si lasciano interpellare dal Vangelo. Il problema è che quando il Vangelo li interpella sul piano dell’onestà, della legalità e della moralità … fanno fatica ad accoglierlo!

Ogni giorno lei vive con i poveri e dà loro da mangiare. Fa quello che Papa Francesco chiede a tutti i sacerdoti. Quest’esperienza rafforza il suo rapporto con Dio?
Più che dare da mangiare ai poveri, sia io che altri fratelli che condividono quest’esperienza, abbiamo la gioia di condividere e mettere la nostra vita accanto ai poveri.
La gioia sta nel fatto di poter fare famiglia con loro oltre che dare loro un piatto caldo.
Quest’esperienza è bellissima perché si diventa una famiglia, si impara a conoscerli e soprattutto ad ascoltarli e a capire quali sono i loro bisogni. Nascono dei legami molto belli e forti.
Durante l’esperienza di questi anni, ho accompagnato molti giovani verso il matrimonio e abbiamo realizzato per loro, un momento di festa in parrocchia.
Siamo stati anche vicino agli anziani che venendo in parrocchia, hanno trovato un punto di riferimento.
Tutto questo lo facciamo in nome di Cristo e riceviamo tantissimo da questi fratelli.