11 LUGLIO 2021
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B
San Benedetto da Norcia, abate, patrono d’Europa
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Commento:
La festa di San Benedetto da Norcia è per l’Italia in particolare, e per l’Europa in generale, di enorme importanza. E purtroppo, in tanti la ignorano.
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Un uomo solo, Benedetto, tutto dedito a Dio nella grotta del Sacro Speco, ha fatto germogliare mediante la sua ispirata regola un’opera di rigenerazione per la Chiesa di una provvidenzialità spaventosa. Infatti, non sarebbe possibile pensare alla Cristianità senza la diffusione a macchia d’olio di centinaia di monasteri benedettini nei cui chiostri si ebbe una fertilissima fioritura di santi.
Nulla preporre all’amore di Cristo. Ecco il messaggio centrale della Regola, tratto da San Cipriano. Nostro Signore è veramente al centro della vita di una miriade di monaci e monache, che con le loro virtù hanno sparso l’odore del profumo di Cristo per tutta l’Europa, esorcizzando i demoni e attirando l’azione e la presenza angelica. Si pensi ai monasteri dedicati a San Michele in tutto il vecchio continente, specie quello di Saint Michel in Normandia.
Ordine, devozione, disciplina, liturgia, cultura cattolica, ecco i valori trasmessi dai benedettini ai nostri antenati, distogliendoli dalla rozzezza barbarica o dalla decadenza vergognosa e rammollente dei romani, per fare di loro la civiltà del colore e della luce, della virtù e dell’eroismo, della lirica cavalleresca, dei castelli, delle cattedrali e delle crociate.
Tutto, perché obbedì al Vangelo fino in fondo e seppe trasmettere il fascino di Nostro Signore a generazioni di monaci. Perché non riprendere il suo esempio? Forse in questo momento di grande crisi e di tragica apostasia, ripartire da San Benedetto sarebbe un’opzione fondamentale per rimettere in moto il ristabilimento dell’ordine cristiano, nella speranza di un formidabile intervento divino nella nostra storia.