E’ grave per un sacerdote non confessare un’anima in punto di morte?

E' grave per un sacerdote non confessare un'anima in punto di morte?

Fatta questa premessa, se un sacerdote per negligenza omette di confessare un’anima in pericolo di morte, dobbiamo comunque tenere in mente che Dio è misericordioso e giusto e non possiamo pensare che neghi la possibilità di salvezza a quell’anima per colpa di un suo ministro. Di certo, nel momento del trapasso, viene data alla persona la possibilità di convertirsi e di chiedere perdono. Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1 Tm 2,4) ed è inimmaginabile che possa lasciare un suo figlio senza la possibilità di pentirsi: parliamo del destino eterno della persona, cioè della dannazione o del Paradiso!

Ciò che può aiutarci a capire l’importanza e la gravità del momento di chi sta per morire e chiede la confessione, è un canone del Codice di Diritto Canonico, il n°986, in cui leggiamo: “In caso di urgente necessità ogni confessore è tenuto all’obbligo di ricevere le confessioni sacramentali dei fedeli; in pericolo di morte del penitente, vi è tenuto qualunque sacerdote”.

Questo canone evidenzia un obbligo, infatti dice “è tenuto qualunque sacerdote” perché possono esserci sacerdoti che non hanno la facoltà di confessare (anche per cause gravi come la scomunica) ma se l’anima è in pericolo di morte qualsiasi sacerdote può assolvere quell’anima dai suoi peccati. Il presbitero infatti può perdere la facoltà di confessare, ma il sacramento dell’Ordine gli conferisce ciò che si chiama “carattere”: è sacerdote per sempre.

Da qui possiamo capire che se il sacerdote per una negligenza, non confessa la persona che è in pericolo di morte, si caricherà di una colpa tanto maggiore quanto è maggiore la sua consapevolezza.

La cosa importante è avere sempre in mente che solo il Signore è giudice dei nostri atti, per cui solo a Dio spetta il giudizio di quella colpa: a noi è chiesto di astenerci dal giudizio, quando è opportuno correggere fraternamente e con rispetto il presbitero e pregare per lui.

Servizio di Rita Sberna