Arriva il no, dei membri cristiani del Kenia su ciò che riguarda la legalizzazione dell’aborto.
Il presidente del Campssi, Chris Wamalwa Wakhungu, ha spiegato: “L’obiettivo di questo progetto normativo è di legalizzare l’aborto, nonché di stabilire una tabella di marcia per introdurre l’educazione sessuale completa sin dalla scuola primaria”. “Come membri cattolici del Parlamento – aggiunge – noi diciamo no a questo progetto di legge”, anche perché “secondo quanto sancisce la Costituzione nazionale, l’aborto non è permesso; la vita inizia al momento del concepimento e ogni essere umano, incluso il nascituro, ha diritto alla vita”. Dal Campssi arriva anche un altro richiamo: il disegno di legge “furbescamente, non usa il termine ‘aborto’ e gioca sulla clausola della Costituzione keniota che dice che l’aborto non è permesso se non in circostanze di pericolo di vita”.
L’articolo 26 parla esplicitamente dell’interruzione volontaria della gravidanza se il nascituro avesse gravi anomalie ciò significa l’eliminazione di tutte le persone con invalidità.
Per questo i Parlamentari cristiani del Kenia, chiedono di ritirare il progetto normativo perchè è “contro la vita e contro la famiglia e promuoverebbe la cultura della morte e l’eliminazione dei bambini disabili”.