Il mio musical su Don Bosco: un grande Uomo ed un grande Santo

Intervista al conduttore de “I Fatti Vostri” Marcello Cirillo, impegnato a teatro sotto le vesti di Don Bosco nel musical di cui lui ne è il protagonista ed il Regista.Il musical è formato da un cast di eccezione e sarà proposto il 12 e 13 marzo al teatro Massimo di Palermo, il 19 marzo ad Orvieto e per vari giorni anche a Roma ed in tutta Italia.

Per la prima volta il musical ha debuttato a teatro nel 2008, e tutt’oggi è in giro per i vari teatri d’Italia …
Abbiamo debuttato per la prima volta nel 2008, per la regia di Piero Castellacci e questa di adesso è una nuova edizione in occasione dei 200 anni della nascita di Don Bosco, così abbiamo pensato che poteva essere una buona occasione riportare Don Bosco in giro per l’Italia.

Come si è preparato al ruolo di Don Bosco?
Mi sono preparato leggendo libri e visitando le Case – famiglia, sono andato a vedere dove ancora oggi i Salesiani operano e ho cercato di capire quello che hanno fatto per le persone che ancora oggi non hanno parola e non hanno risposte.
Le uniche risposte le danno i Salesiani creando un futuro per chi futuro non ne ha!

Qual è la scena che interpreta con più emozione durante il musical?

Sicuramente la fine del primo atto, quando viene a mancare la mamma di Don Bosco; mamma Margherita è stata una figura molto importante per Don Bosco, è stata il motore manuale che lo faceva confrontare con i problemi reali terreni.
Il momento in cui viene a mancare la madre per Don Bosco è un momento di grande valore ma anche di dubbio in cui lui si chiede il perché sia morta sua mamma; Un momento di grande passaggio per Don Bosco.

Il musical ripercorre la vita di Don Bosco, e mette in risalto le difficoltà dovute alla nascita degli oratori salesiani …
Le difficoltà riguardavano il fatto di far capire in quel periodo alla Chiesa, che non bastava dare un tozzo di pane a questi ragazzi sfortunati, ma cercare di creare dei futuri cristiani, facendoli studiare, pregare, diventando così degli uomini.
Questa cosa non era capita dalla Chiesa, tantè che poi un Cardinale dovette chiedere scusa a Don Bosco d’innanzi al Papa perché non riusciva a capire il perché ci fosse tutto questo clamore per la persona di Don Bosco.

Cosa l’ha colpita della vita di questo grande Santo?
Mi ha colpito la grande generosità che aveva nel donarsi agli altri ma soprattutto la grande genialità di capire che attraverso il sorriso ed attraverso la musica si possono raggiungere dei grandi obiettivi.
L’affermazione di Don Bosco che diceva sempre era: “Un oratorio senza musica è come un corpo senza anima”. La musica per Don Bosco, era un motore importante per la sua vita, sapeva coinvolgere attraverso l’allegria, i giochi di magia e i gruppi corali.
Lui oltre ad essere un grande Santo è un grande uomo, oggi avremmo tanto bisogno di “grandi uomini” come lui.

Don Bosco era molto legato alla Madonna, qual è invece il suo rapporto con la Madre di Dio?
Il mio rapporto con la Madonna è fatto di preghiera, sapere che c’è una Mamma che dall’alto ti guida e ti protegge è incoraggiante. Purtroppo io non ho più la madre terrena, e mia madre era molto legata alla Madonna.
Ricordo che prima di morire, recitava il rosario tutti i giorni. Sentirmi protetto dalla Mamma di tutti gli uomini mi fa sentire meglio.
Ad esempio nell’ultimo spettacolo che abbiamo fatto a Roma, alla fine abbiamo pregato un Ave Maria tutti insieme ed è stato un momento meraviglioso.
Servizio di Rita Sberna