Introduzione
Il sacerdozio, cuore pulsante della vita della Chiesa, si manifesta in due forme fondamentali: il sacerdozio ministeriale, affidato agli uomini ordinati, e il sacerdozio comune, condiviso da tutti i battezzati. Questa riflessione può condurci in un viaggio di scoperta che va oltre questa tradizionale distinzione, per giungere a una comprensione più profonda del mistero sacerdotale, recuperando la “novità” di quello che potremmo definire sacerdozio adamitico.
Affondando le radici nella Sacra Scrittura e nella teologia, scopriamo come il peccato originale abbia segnato profondamente la natura del sacerdozio. In origine, nel Paradiso Terrestre, esso era incruento, un’offerta pura della volontà umana a Dio, come testimoniato da Adamo ed Eva prima della Caduta. Ma il peccato ha introdotto la dimensione del sacrificio cruento, dapprima con l’offerta di animali, poi culminata nel sacrificio di Cristo, il nuovo Adamo, vero sacerdote che si offre per la redenzione dell’umanità. Nell’Eucaristia, celebrata dai sacerdoti ministeriali “in persona Christi“, questo sacrificio si attualizza e si espande in una dimensione “trast-temporale“, abbracciando passato, presente e futuro.
Tuttavia, il dono del sacerdozio non si esaurisce nel ministero ordinato. Attraverso la Divina Volontà, rivelata alla Serva di Dio Luisa Piccarreta, si dischiude un orizzonte sconfinato: la possibilità per ogni battezzato di partecipare in pienezza all’eterna azione di Cristo, riappropriandosi di quella dimensione di offerta pura e totale che caratterizzava il cosidetto sacerdozio adamitico. Luisa, prima creatura concepita nel peccato a ricevere questo dono straordinario, lo condivide con la Chiesa, tracciando un sentiero di santità che conduce all’unione con la Volontà di Dio, e quindi a un’offerta di sé incondizionata.
Il Sacerdozio Adamitico nella Divina Volontà
Ma come si realizza concretamente questo sacerdozio adamitico nella Divina Volontà?
Prima di tutto, è fondamentale comprendere la natura stessa del sacerdozio adamitico. Adamo ed Eva, nel loro stato di innocenza originale, vivevano in perfetta armonia con Dio, la loro volontà era unita alla Sua in un atto di continua adorazione e offerta. Il loro “sì” a Dio era totale e incondizionato, un “fiat” che permeava ogni loro pensiero, parola e azione. Questo era il loro sacerdozio: un’offerta pura e perfetta della propria volontà, un riflesso della gloria di Dio nel creato.
Vivendo nella Divina Volontà, anche noi possiamo recuperare questa dimensione originaria del sacerdozio. L’anima, abbandonandosi al volere divino, si spoglia della propria volontà individuale e si riveste di quella di Dio, facendo proprie le sue intenzioni, i suoi desideri, il suo amore. Ogni atto compiuto in questa disposizione diventa un atto divino, un’offerta perfetta e gradita a Dio, proprio come l’offerta originaria di Adamo ed Eva. In questo modo, si realizza una partecipazione reale all’opera creatrice e redentrice di Dio, che trascende i limiti del tempo e dello spazio.
In pratica, come si traduce questo nella vita quotidiana?
Significa vivere ogni momento con la consapevolezza di essere strumenti nelle mani di Dio, cercando in ogni cosa la sua volontà e compiendola con amore. Significa trasformare le nostre azioni, anche le più semplici e ordinarie, in atti di adorazione e di offerta, uniti al sacrificio di Cristo. Significa, in definitiva, vivere una vita “eucaristica”, in cui ogni istante è donato a Dio e vissuto in unione con Lui.
La Divina Volontà e il superamento dei limiti temporali
Ogni volta che invochiamo la Divina Volontà, si forma un “triplice anello” che ci unisce a Gesù, a Maria e a Luisa stessa, in una comunione profonda che ci permette di attingere alla sorgente stessa dell’azione divina. Attraverso la Divina Volontà, infatti, possiamo superare i limiti del tempo e partecipare all’azione eterna di Cristo, offrendo a Dio non solo le nostre azioni, ma il nostro stesso “io”, in unione con la volontà del Figlio.
Ma in che modo la Divina Volontà ci permette di “uscire” dal tempo e di unirci all’eternità di Dio?
La Divina Volontà è eterna, immutabile, presente in ogni istante. Quando viviamo nella Divina Volontà, ci inseriamo in questo flusso eterno, uscendo dalla successione lineare del tempo e partecipando all’ “atto unico” di Dio, che contiene in sé tutti gli atti passati, presenti e futuri. In questo modo, la nostra offerta a Dio non è limitata al presente, ma si estende a tutta l’eternità, abbracciando ogni creatura e ogni evento.
Ma quali sono le implicazioni concrete di questa partecipazione all’eternità?
Innanzitutto, ci permette di vivere con una prospettiva diversa, non più limitata al presente fugace, ma aperta all’infinito di Dio. Inoltre, ci rende capaci di amare con un amore che trascende i limiti del tempo e dello spazio, abbracciando tutte le creature in un unico atto di carità. Infine, ci dona la gioia di partecipare, fin da ora, alla vita eterna di Dio, pregustando la pienezza della comunione con Lui.
Luisa Piccarreta e il cammino di santità sacerdotale
La partecipazione all’eterno sacerdozio non cancella la distinzione tra sacerdozio ministeriale e comune, ma la integra in una visione più ampia e armoniosa. Il sacerdozio ministeriale, con il suo ruolo insostituibile nell’Eucaristia, rimane un punto di riferimento essenziale, guidando i battezzati verso una partecipazione sempre più intensa al sacerdozio di Cristo. Il sacerdozio comune, a sua volta, chiama ogni battezzato a offrire la propria vita a Dio, in unione al sacrificio di Cristo, ma in questa nuova prospettiva, l’offerta assume una dimensione più profonda, radicata nella Divina Volontà.
L’esperienza di Luisa Piccarreta, inoltre, può ispirare un cammino di santità sacerdotale per tutti i fedeli. La sua vita, totalmente abbandonata alla Volontà di Dio, testimonia la possibilità di vivere in costante unione con Cristo, offrendo ogni istante della propria esistenza come un atto di amore e di adorazione.
Il fine ultimo di questo cammino è il ritorno al sacerdozio primordiale di Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre, dove l’offerta a Dio sarà di nuovo la libera e gioiosa donazione della propria volontà, in un culto eterno e incruento. Attraverso la Divina Volontà, possiamo fin da ora pregustare questa realtà, offrendo a Dio non solo le nostre azioni, ma il nostro stesso “io”, in unione con la volontà di Cristo.
Questa riflessione credo possa offrire uno sguardo sul sacerdozio che va oltre i confini del ministeriale e del comune, aprendoci alla possibilità di una piena partecipazione all’eterno sacerdozio di Cristo e al recupero del sacerdozio adamitico. La Divina Volontà, rivelata a Luisa Piccarreta, ci permette di varcare i dunque i limiti del tempo e di unirci all’opera redentrice di Cristo, offrendoci a Lui in modo totale e incondizionato.
Il tema del sacerdozio, nella sua inesauribile ricchezza, merita di essere approfondito con passione e impegno. Continuiamo a riflettere, personalmente e insieme, su questo mistero che sta al cuore della fede cristiana.