Elisabetta Fezzi giornalista e scrittrice di un libro su Padre Amorth, per l’edizioni San Paolo dal titolo “La mia battaglia con Dio contro Satana”, ci racconta che uomo era Padre Gabriele Amorth.
Il libro che lei ha scritto è diviso in due parti: nella prima parte ha raccontato degli aneddoti sulla vita di Padre Amorth mentre nella seconda parte si è concentrata a delle testimonianze. Ci può dire qualcosa in più?
Ho avuto questo grande privilegio di conoscere Don Gabriele, abbiamo avuto modo di frequentarci per un po’, in maniera del tutto inaspettata; è nato un rapporto umano.
Mi piaceva l’idea di parlare di Don Gabriele, non soltanto con le solite informazioni che ha dato sia in tutte le sue interviste che sui libri che ha lasciato, mi piaceva parlare di Don Gabriele come uomo.
Nella prima parte del libro è lui che si racconta ma lo fa come si racconterebbe un nonno con tutte le sue esperienze e tutta la sua vita, e poi nella seconda parte troviamo tutte le persone che gli erano più vicine come il suo figlio spirituale, Padre passionista Stanislao e poi Rosa che è stata la sua fedele assistente, il medico che lo ha accompagnato in tutti i suoi momenti e poi due confratelli, Don Stefano e Don Marcello.
Ognuno l’ha raccontato per come lo ha conosciuto con tutti gli aneddoti, le cose belle e anche magari con qualche piccola fragilità che aveva.
Sono contenta che sia stata la San Paolo a pubblicarmelo perché è come se i suoi fratelli paolini, volessero raccontare non solo l’esorcista famoso ma l’uomo che hanno vissuto per più di sessant’anni.
C’è una testimonianza, un caso di qualche esorcismo che Don Amorth aveva in cura e che l’ha colpita?
A proposito di storie particolari, c’è il caso di una persona che era partita a ricevere esorcismi con Padre Candido, poi è passata a Don Gabriele e poi è passata a Don Stanislao. Un caso difficile che Don Stanislao sta tutt’ora seguendo da 13 anni, quindi possiamo immaginare che questa signora stia male da una ventina d’anni.
Padre Stanislao a proposito di questa donna, dice che sicuramente è un’anima vittima che sta offrendo le sue sofferenze per la salvezza della chiesa.
Ha avuto in questi anni dei miglioramenti grandissimi, quindi adesso riesce a condurre una vita quasi normale e riceve una benedizione al mese mentre quando erano partiti dall’inizio con gli esorcismi su di essa, la situazione era terribile e questa signora non poteva avere una vita.
Don Gabriele nei suoi racconti dice che non sempre con gli esorcismi si riesce ad ottenere la liberazione però si riesce a dare un sollievo.
Questo perché succede?
Perché i piani di Dio sulle persone non si possono conoscere, è chiaro che la volontà della persona e del sacerdote è di essere liberata ma anche di tutte le persone che pregano per lei, ma in fondo queste sofferenze servono per una purificazione della persona stessa e della chiesa e non si può sapere cosa Dio ha in mente per le persone.
Padre Gabriele Amorth era un grandissimo devoto della Madonna e di San Michele Arcangelo …
Assolutamente si, anche di San Padre Pio. Durante gli esorcismi, Don Gabriele abitualmente aveva delle guardie del corpo fedelissime che erano San Pio, Padre Candido, la Madonna, Gesù, il suo angelo custode e San Michele Arcangelo. Non era solo!
Servizio di Rita Sberna