“A Medjugorje, vidi il buio e una scritta davanti ai miei occhi: GESU’”

“A Medjugorje, vidi il buio e una scritta davanti ai miei occhi: GESU’”

Poi altri segni, che accaddero da lì a poco, mi fecero comprendere che era una possibilità concreta, anche se inizialmente li allontanavo perché pensavo a suggestioni, ma più l’allontanavo più diventava forte. Nei mesi successivi diventò il mio unico, grande, desiderio.

Nella primavera dell’89, avevo ormai capito che quella era la mia vocazione. Dovetti lasciare la ragazza (un’altra ragazza con la quale mi frequentavo) e nell’estate stessa, andai a bussare nel convento. Dopo il doveroso discernimento, presi l’aspettativa di sei mesi, lasciai definitivamente tutto ed entrai in convento.

Qual è il carisma di San Francesco che in particolar modo, cerchi di attuare nel tuo percorso spirituale?

Chiaramente la spiritualità è francescana, quella che il Signore ha tracciato attraverso San Francesco, il poverello di Assisi, e di lui mi ha sempre colpito il suo modo di vivere il Vangelo. Durante l’esperienza della mia conversione, ero attratto moltissimo dal vangelo, per cui, in seguito, conoscendo la figura di Francesco attraverso un libro, lo sentivo vicino.

All’inizio desideravo imitarlo, poi, lungo la strada ho compreso che non è facile, Francesco è un colosso lungo la storia della Chiesa ed io sono un religioso come tanti altri.

Ciò che si può sottolineare all’interno della spiritualità francescana, che mi ha segnato ed in particolar modo sto cercando di promuovere, è “la pace nella riconciliazione”.

In seguito diedi un’interpretazione a quella visione della scritta di Gesù “Nel nome di Gesù lo Spirito Santo mi ha illuminato e mi ha permesso un abbraccio di misericordia del Padre sotto lo sguardo materno di Maria”.

La tua famiglia di origine in questa scelta vocazionale, ti è stata vicina?

Sì, mi sono stati vicini, il Signore aveva lavorato in loro. Mia madre è sempre stata una donna di fede e a casa era l’unica che frequentava i sacramenti.

Mentre mio fratello, io, mia sorella e mio padre c’eravamo allontanati.

Poi negli ultimi anni, quando mio padre andò in pensione anche lui ebbe esperienze spirituali particolari e quando entrai in convento, loro erano già avanti nella fede.

Tu hai fondato la fraternità francescana “Madre della Riconciliazione e della Pace”.

Qual è il carisma e chi fa parte di questa fraternità?

Dobbiamo precisare che, come dice San Paolo, Gesù è la nostra Pace, ed è anche il compimento delle profezie. Isaia parla di Gesù come del Principe della pace.

Gesù è il paradiso. Gesù vuole donare la Pace a quest’umanità lontana da Dio e quindi senza Pace. Dobbiamo sempre distinguere la pace del mondo dalla Pace di Cristo.

In questo tempo, nel quale stiamo vivendo, dove ci sono lacerazioni a tutti i livelli, sul piano personale, familiare, comunitario, sociale, ect… è bene ribadire quale pace promuoviamo e distinguere tra la pace del mondo e la pace di Cristo, che risana, frutto dell’accoglienza della Sua parola e dei Suoi sentimenti.

Quello che vogliamo dire nel nostro piccolo è che senza la pace di Cristo nel cuore ci saranno sempre guerre, piccole e grandi. Quindi la pace è il frutto di un cammino di riconciliazione in Cristo, riconciliazione con Dio, con se stessi e con gli altri.

Tramite la nostra fraternità vogliamo che le persone s’innamorino del Signore e che accolgano la Sua parola accorgendosi di quanto siano preziose per Dio. Per ognuno di loro, Cristo ha versato il Suo sangue.

Una volta che l’uomo si è riconciliato con Dio, non vedrà più il fratello come un oggetto per la propria soddisfazione o gratificazione ma un figlio di Dio da aiutare nelle sue difficoltà, e solo un cuore in pace può farlo.

La fraternità è formata da laici, ci sono single, famiglie, giovani e anziani. L’intento è esprimere una comunione in Cristo e annunciare che è possibile vivere in pace in Cristo, aldilà dei caratteri e della formazione di ognuno.