Michele La Ginestra “Dio si manifesta in mille modi”

 

Intervista all’attore e conduttore televisivo che in passato ha vestito realmente i panni dell’Avvocato e che dal 1997 è il direttore artistico del Teatro Sette di Roma ed è anche autore e regista. Lui è Michele La Ginestra.

Dal 16 maggio lo vedremo al Teatro Sistina con “M’accompagno da me”.

Hai iniziato a fare teatro all’età di 15 anni. Com’è nato quest’amore per la recitazione?

Ho iniziato in parrocchia, frequentavo da ragazzino l’oratorio e tra le varie attività, vi era quella del teatro. Il parroco di quella parrocchia che aveva a che fare con quel piccolo palcoscenico teatrale e che ci insegnava anche a recitare, se ne andò via, e così io presi le redini di quel teatro, divenni regista senza averlo mai fatto, poi cominciai a recitare, a capire come si montavano le scene e poi questo divenne il mio lavoro.

 Rugantino è stato fondamentale nella tua vita?

Rugantino è stato il punto di arrivo ed un sogno realizzato. Era uno spettacolo che avevo visto per la prima volta, all’età di 16 anni al teatro Sistina, ed uscendo fuori dal teatro dissi “Da grande voglio fare Rugantino al Sistina” e questo divenne una favola che io raccontavo ai miei amici.

A tutti dicevo che nel 1999 avrei fatto Rugantino. Nel frattempo avevo fondato il Teatro 7, e da lì cominciai a fare spettacoli, venne a vedermi pure Garinei, feci 82 provini e da lì la strada si è aperta.

Com’è nato il Teatro 7?

All’epoca, dopo l’oratorio, decidemmo di fondare un Associazione per la prevenzione della delinquenza minorile, e l’associazione tra le varie attività, faceva quella della recitazione proprio per dare ai giovani un’opportunità di imparare qualcosa e di non stare in mezzo alla strada.

Così è nato il Teatro 7, il sacerdote della parrocchia, decise di ristrutturare lo spazio e ci diede una mano per poterlo realizzare.

Ci occupiamo anche di progetti umanitari, abbiamo una Onlus che si occupa di adozioni a distanza e abbiamo adottato una missione in Mozambico.

 Nei tuoi spettacoli teatrali coinvolgi anche molte ONLUS e ne approfitti per dare messaggi solidali?

Si esatto, abbiamo tanti progetti solidali come ad esempio il “Teatro 7 solidarietà Onlus” che è un progetto che mette a disposizione il palcoscenico per tante altre associazioni che non hanno un palcoscenico dal quale poter parlare alle persone e non hanno spettacoli con i quali raccogliere fondi. E noi mettiamo a disposizione ciò che abbiamo e l’utile dello spettacolo. Abbiamo più di 50 associazioni con le quali collaboriamo e il progetto sta crescendo sempre più.

Sei sposato da più di 20 anni con tua moglie e sei papà di 2 figli. Qual è il segreto per mantenere saldo un matrimonio nel tempo?

Il segreto secondo me è essere soddisfatti in prima persona di quello che si fa, e non annullarsi l’uno nell’altro. Spesso e volentieri, molte coppie si chiudono, invece il nucleo familiare è il primo passo per arrivare alla comunità, cioè per ampliare il rapporto con gli altri. Aprirsi agli altri diventa salvifico per la coppia.

Poi credo che ognuno deve avere la possibilità di camminare con le proprie gambe, la persona che ci sta accanto se ci incoraggia e ci aiuta ad andare avanti è una cosa molto positiva per la coppia anziché di avere una persona accanto, gelosa e chiusa.

Abbiamo deciso di sposarci con mia moglie perché crediamo nel matrimonio cristiano e abbiamo messo nelle mani del Signore questo bellissimo gioiello.

Ancora oggi mi sposerei con mia moglie.

Nella fiction “Matrimoni e altre follie” eri uno dei mariti di Nancy Brilli, eri un tassello della classica famiglia allargata. Secondo te oggi nelle famiglie ci sono meno valori?

I valori ci sono ma sono confusi i messaggi che vengono dati. Non basta soltanto rispettare l’altro, perché quello fa parte di un vivere civile, ma bisognerebbe anche andare alla ricerca di un percorso di fede che magari ti porti a dire che la vita è eterna e con quest’ottica i valori vengono un po’ più approfonditi.

I valori ti portano a vedere anche i miracoli e ad essere strumenti nelle mani del Signore.

Hai affermato: “Il mio talento è al servizio di chi me l’ha donato”. Ti riferisci a Dio?

Si certo. A me piace tanto la parabola dei talenti, penso che ognuno di noi abbia un talento, e quel talento non puoi metterlo da parte ma devi sfruttarlo per farsì che renda e che possa essere utile a qualcun altro.

L’umanità è piena di persone che hanno talenti, c’è chi ne ha uno e c’è chi ne ha 100 ma poi ognuno risponderemo per ciò che abbiamo ricevuto.

Bisogna credere in se stessi e pensare che c’è un Padre sempre disposto ad aiutarci.

Che posto occupa la fede nella tua vita e soprattutto che posto occupa la preghiera nella tua giornata?

Con la preghiera ho un bellissimo rapporto e Sant’Agostino diceva che “cantare vuol dire pregare due volte” e io penso che fare e agire vuol dire pregare più volte. Si può pregare in tanti modi: preghi compiendo tante azioni, per esempio anche dialogare con i propri figli è preghiera.

Abbandonarsi al Signore è la vera preghiera perché Dio si manifesta nei modi più impensabili anche tramite una vecchietta, un bambino, un povero, un amico … Dio arriva in mille modi.

Servizio di Rita Sberna

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Rita Sberna (Volontaria) è nata nel 1989 a Catania. Nel 2012 ha prestato servizio di volontariato presso una radio sancataldese “Radio Amore”, lì nasce la trasmissione da lei condotta “Testimonianze di Fede”.Continua a condurre “Testimonianze di Fede” per la radio web di Don Roberto Fiscer “Radio Fra le note” con sede a Genova e per Cristiani Today in diretta Live.Nel 2014 ha scritto per il settimanale nazionale “Miracoli” e il mensile “Maria”.Nel 2013 esce il suo primo libro “Medjugorje l’amore di Maria” dedicato alla Regina della Pace e nel 2017 con l’associazione Cristiani Today pubblica il suo secondo libro “Il coraggio di aver Fede”. Inoltre su Cristiani Today scrive vari articoli legati alla cristianità e cura la conduzione web dei programmi Testimonianze di Fede e di Cristiani Today live.