Nausica Della Valle “Vi racconto perché non sono più lesbica e il mio incontro con Gesù”
A seguito di questa tua conversione nella fede, oggi, ammetti che prima da lesbica non era amore ma perversione?
Direi che era un disturbo affettivo, un bisogno d’amore carente nel processo della crescita, un impulso riparatore del tentativo di colmare bisogni d’amore insoddisfatti dal genitore dello stesso sesso, mia madre, che ho cercato in ogni donna per ben 44 anni. La conseguenza è stata anche una mente perversa, pensavo da maschio, avevo fantasie da maschio, sognavo da maschio.
Tu ci tieni a sottolineare una cosa: l’omosessualità non è una malattia, è una condizione dovuta a ferite nell’anima. Ci puoi spiegare meglio?
Si, non è assolutamente una malattia. Il bisogno d’amore omosessuale si riduce essenzialmente alla ricerca del genitore… Vale a dire che un uomo cerca in un altro uomo l’amore insoddisfatto di suo padre e la donna cerca in un’altra donna l’amore insoddisfatto di sua madre. Molte possono essere le ferite dell’anima, il rifiuto, l’abbandono, l’abuso sia fisico che verbale ecc… Tuttavia questi bisogni d’amore radicati ed emotivi non potranno mai essere soddisfatti mediante relazioni sessuali. E’ stato provato e dimostrato da studiosi che il sesso non è in grado di guarire o soddisfare i bisogni d’amore più radicati, perché si tratta di bisogni insoddisfatti di un bambino. Soltanto un legame sano, curativo e non sessuale potrà determinare una trasformazione autentica e duratura.
Essendo giornalista, fai parte del mondo della comunicazione e dei mass media. Come hanno vissuto questo tuo cambiamento, i tuoi colleghi di lavoro? Hai trovato appoggi o anche astio?
Purtroppo poco appoggio e tanto astio. Oggi sono controcorrente a tutto ciò che si dice “Politicamente corretto”. Il normale è diventato anormale e l’anormale è diventato normale. Quindi lasciare la condizione di omosessualità per tornare come sono stata creata all’origine da Dio, cioè donna fuori e donna dentro, è pazzia, è follia. Come, spesso mi dicono, rinneghi quello che eri per seguire Gesù?
Io non rinnego quello che sono stata, l’ho vissuto, mi sono divertita, ho amato come credevo fosse giusto, ho fatto molte esperienze, ero trasgressiva, ma ringrazio Dio per avermi chiamata, per avermi perdonata, per avermi lavata da ogni peccato, per avermi purificata e salvata grazie al sacrificio e al sangue versato di Gesù alla croce. E non mi sono mai pentita di aver fatto la scelta più bella e saggia della mia vita.
Sappiamo che il tuo incontro a Biella (dove dovevi tenere una conferenza in cui portavi la tua testimonianza) è stato annullato. Perché?
Perché purtroppo l’Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia è intervenuta prepotentemente coinvolgendo anche l’Arcigay Nazionale per annullare, con minacce, il convegno dove avrei dovuto portare la mia testimonianza. Paura della verità? Non so. La libertà di pensiero e di parola vale solo da una parte evidentemente. L’articolo 21, comma 1 della Costituzione della Repubblica italiana lo buttiamo nel cestino.
Perché dici che la Chiesa deve svegliarsi sul tema dell’omosessualità?
Più che svegliarsi, ha bisogno di prepararsi sull’argomento omosessualità e su come accogliere con amore gli omosessuali per portarli ad una vera e propria guarigione dell’anima. Fino a ieri l’argomento in questione era un tabù nelle chiese. Non c’è preparazione, ma sicuramente tanto desiderio di essere informati proprio per prendersi cura degli omosessuali, come fanno per i tossicodipendenti, per gli alcolisti, per i ladri, ecc… L’amore è l’ingrediente principale, ce lo insegna Gesù per primo. La verità ti rende veramente libero, la menzogna ti tiene schiavo a vizi, angosce, sofferenze, disperazioni, depressioni, ecc…
C’è qualcosa che vuoi dire a tutte le persone omosessuali?
Gesù ti dice: “Vieni a me così come sei, con tutti i tuoi errori, con tutti i tuoi peccati, con tutte le tue insicurezze, io ti Amo più di quello che pensi e immagini. Sono morto sulla croce anche per te, altrimenti come peccatore saresti dovuto stare tu al posto mio. Il mio grande amore per te, mi ha fatto scegliere di offrire in sacrificio la mia vita per donarla a te e poter vivere senza condanna in eterno”.
Nel Vangelo di Giovanni al capitolo 3 dal verso 16 recita:
“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio”.
Servizio di Rita Sberna