Dopo aver avuto tanti ragazzi, lascia il suo ultimo fidanzato nel bel mezzo dei preparativi delle nozze. Arriva la chiamata religiosa!
Si chiama suor Raquel, il suo volto è luminoso e pieno della luce di Cristo. Sulle reti sociali è una famosa influencer molto seguita, attraverso i social trasmette il messaggio che la bellezza estetica non è tutto nella vita.
La sua storia è affascinante e molto bella, una grande testimonianza per tanti giovani e non solo.
Suor Raquel ha 26 anni è giovanissima, attualmente vive a Mexicali, Baja in California.
La religiosa pensando alla sua vita passata afferma: “Facevo di tutto, ma non facevo niente”.
Prima di consacrarsi si dedicava allo studio e al lavoro (come fa la maggior parte dei giovani) lavorava in radio come speaker e faceva la catechista, inoltre faceva parte di un gruppo parrocchiale. Per quando riguarda l’esperienza in radio è stata una delle ultime, prima di entrare in convento.
Suor Raquel prima di consacrarsi, potremmo dire che era già vicina alla fede, il suo essere catechista riguardava la formazione dei giovani nella fede, attraverso la dottrina e gli insegnamenti della Chiesa, questo servizio catechistico lo ha svolto per sei anni. Inoltre parlava loro della preghiera e del rosario e più volte la giovane si chiedeva: “Credo a quello che dico?”.
Essere catechisti è un’esperienza forte
Parlare d’innanzi agli altri non è stato molto facile per la giovane suora, la portava ad essere nervosa, a mangiarsi le unghia ed ogni volta era una nuova sfida per se stessa. Fare la catechista è stato molto forte per lei.
Suor Raquel, Domenicana della Dottrina Cristiana
Questo è l’ordine a cui appartiene suor Raquel, Domenicana della Dottrina Cristiana unite all’Ordine dei Predicatori, i Domenicani, e il carisma è la predicazione e l’evangelizzazione mediante l’azione socio-educativa, le missioni e l’aiuto ai più poveri.
Hanno anche asili, scuole e due missioni ad gentes – una in Africa e l’altra in Perù; sono presenti negli Stati Uniti, Africa, Perù, Colombia e Messico.
Ad Aleteia ha detto “Attualamente per via della regione appartengo alla Provincia del Nordamerica. Sono quasi alla frontiera con gli Stati Uniti, a Mexicali, e lavoro in una parrocchia che è una comunità molto grande con 3 cappelle. Ora, con la pandemia, stiamo cercando di rinnovare e rianimare il “primo amore.
E lavoriamo con i Domenicani; ci dedichiamo alla formazione dei catechisti, dei ministri e di tutti i gruppi parrocchiali esistenti, ma abbiamo anche missioni che hanno a che vedere con la promozione vocazionale dei giovani.”
Le reti sociali per evangelizzare
Suor Raquel ha iniziato nel periodo della pandemia ad evangelizzare sui social come facebook, realizzando dei video insieme alle sue consorelle per trasmettere il Vangelo senza mettere a rischio la sua comunità e gli altri, per via del virus.
Il fidanzato
Per quando riguarda la sua chiamata vocazionale e il suo fidanzato terreno racconta: “Avevo un ragazzo. Ne ho avuti molti. Mi sono sempre innamorata molto facilmente, sono sempre stata sentimentale, e questo mi aiutava a relazionarmi col sesso opposto. Mi ha aiutato anche troppo, al punto che a 15 anni, quando ho avuto un’esperienza con una congregazione, ho detto “Non fa per me, decisamente non fa per me”.
Ho iniziato il liceo e ho conosciuto una persona con cui ho avuto la mia relazione più lunga, quasi tre anni. E c’era un impegno di mezzo.
Ci siamo fidanzati a ottobre, ma nessuno ha saputo niente. È passato il tempo, e avevamo stabilito la data per il dicembre dell’anno successivo.
… Poi, però, ho conosciuto le suore, e sono arrivate le crisi esistenziali con “Che fare della mia vita?”, e “Non lo voglio ma lo voglio”. Ho iniziato a dubitare e a chiedermi: “Voglio davvero condividere la vita con un uomo?” Lui è molto buono e gli sono grata per tutto, ma mi sono resa conto che il matrimonio non era per me. E ho detto: “Signore, so che il matrimonio non è la mia vocazione”.
Quando ho conosciuto le suore gli ho detto “Sai? Sta succedendo questo”, e lui, tenerissimo, mi ha detto: “Ok, vai e fai la tua esperienza, io ti aspetterò”. E io: “No!” per il mio modo di essere, visto che ho dei disturbi da deficit d’attenzione e sono una persona che dice “Sì” o “No”, “Bene” o “Male”, niente mezze misure. E quindi era una questione di scegliere tra “Ti lascio e non ci vedremo più” oppure “Non ti lascio e ci sposiamo”.
E allora gli ho detto: “Basta. Non posso”. È andata così.”
Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna