Il Vangelo è di tutti. E’ la buona notizia di Dio per l’uomo e in quanto tale, nessuno ne possiede “i diritti d’autore”. Può essere al limite veicolato da un determinato predicatore, che resta sempre un servo della Parola che in principio non è sua. San Paolo è intransigente con i Galati, a cui spiega questa verità, affinché no vadano dietro ad altre predicazioni pericolose. Alla ripresa delle udienze, dopo la pausa del mese di luglio, il Papa oggi ci permette un tuffo nella passione per il Vangelo, così caratteristica per l’apostolo delle genti.
Incontriamo ancora Paolo, appassionato dell’evangelizzazione, causa per la quale si dona con tutto se stesso. Egli si entusiasma, esce fuori di sé. Sembra non vedere altro che questa missione che il Signore gli ha affidato. Tutto in lui è dedicato a questo annuncio, e non possiede altro interesse se non il Vangelo. È l’amore di Paolo, l’interesse di Paolo, il mestiere di Paolo: annunciare.
Ma non è un annuncio fine a se stesso o modalità di sfogo delle sue energie. Al centro dell’attenzione infatti non è l’apostolo, ma la comunità alla quale si rivolge. Si comprende quindi la tristezza, la delusione e perfino l’amara ironia dell’Apostolo nei confronti dei Galati, che ai suoi occhi stanno prendendo una strada sbagliata, che li porterà a un punto di non ritorno: hanno sbagliato strada. Davanti a un dono così grande che è stato fatto ai Galati, l’Apostolo non riesce a spiegarsi come mai essi stiano pensando di accogliere un altro “vangelo”, forse più sofisticato, più intellettuale… un altro “vangelo”.
Paolo corre ad esprimere la sua preoccupazione, perché sa di essere di fronte ad una chiesa giovane, ancora da accompagnare nei suoi primi passi che sono caratterizzati dall’entusiasmo, che, sebbene positivo, li rende vulnerabili. Essi infatti, accogliendo altre predicazioni, non si accorgono che esse non possono essere il Vangelo. Anzi, è un annuncio che stravolge il vero Vangelo perché impedisce di raggiungere la libertà – una parola chiave – acquisita venendo alla fede.
E’ proprio il Vangelo scelto nella libertà, che non lascia spazio alle negoziazioni. O tu ricevi il Vangelo come è, come è stato annunciato, o ricevi un’altra cosa. Ma non si può negoziare, con il Vangelo. Non si può scendere a compromessi: la fede in Gesù non è merce da contrattare: è salvezza, è incontro, è redenzione. Non si vende a buon mercato.
Davanti ai nostri occhi abbiamo quindi il dilemma di sempre. Il rapporto tra la tradizione, la novità del Vangelo e le novità, che distraggono dal vero messaggio cristiano. Questo è importante: saper discernere. Tante volte abbiamo visto nella storia, e anche lo vediamo oggi, qualche movimento che predica il Vangelo con una modalità propria, alle volte con carismi veri, propri; ma poi esagera e riduce tutto il Vangelo al “movimento”. Per questo, la parola chiara e decisa di Paolo fu salutare per i Galati ed è salutare anche per noi. Il Vangelo è il dono di Cristo a noi, è Lui stesso a rivelarlo. È questo che ci dà vita.