Quando i cristiani scelgono Barabba…

Quando i cristiani scelgono Barabba…

Guardiamoci intorno: a partire da noi stessi, quante persone tra quelle che conosciamo, sono così fedeli al Vangelo da accettare la mortificazione di tutti i propri egoismi, passioni e brame di potere? Ma soprattutto chiediamoci: sono disposto a rinunciare alla mia idea accomodante di Cristo e di cristianesimo, funzionale esclusivamente ai miei progetti di vita e alle mie visioni del mondo?

Accade così che molti cattolici, anche tra i più ferventi, cadano nell’equivoco di un cristianesimo su misura, costruito intorno ai papi ma anche intorno a vescovi, sacerdoti o intellettuali di una certa fama. Voglio un cristianesimo “identitario” e “razionale”, dottrinalmente e liturgicamente rigoroso? Mi appello a Benedetto XVI e al suo magistero. Preferisco, al contrario, il cristianesimo delle “aperture”, della “misericordia” e del dialogo con i lontani? C’è il pontificato di papa Francesco a portare acqua al mio mulino. Letture stereotipate, che colgono soltanto gli aspetti meno problematici del pensiero e della personalità di entrambi i papi, ai quali sempre e comunque è dovuta obbedienza.

Le difficoltà che nascono in una comprensione non superficiale di Ratzinger o di Bergoglio sono lo specchietto per le allodole di una più generale e vasta incomprensione o non accettazione dell’insegnamento di Gesù nella sua interezza. Una difficoltà che si riscontra già negli Apostoli, i quali, dopo tre anni affianco al Maestro, ancora discutono su chi sia il migliore tra loro (cfr Mc 9,34). Quando poi Gesù predice la sua Passione e Morte, Pietro, spaventatissimo, si ribella e respinge l’idea (cfr Mc 8,32). Anche noi, come i Dodici, ci facciamo il nostro ‘film’ sul Papa ideale o sul Gesù ideale. Siamo come i gerosolimitani che lo osannano e poi, alla prima difficoltà, preferiscono salvare Barabba e non inimicarsi il Potere. Il cristiano ‘fai-da-te’, il cristiano dei compromessi, preferisce Pilato, appoggia la maggioranza e sceglie di non rinunciare alle più o meno solide sicurezze dello status quo. La maggior parte dei cristiani è di questo tipo o, quantomeno, compie la maggior parte delle sue scelte, secondo questo criterio.

Il cristiano ‘minoritario’, invece, colui che pacificamente ha rifiutato Erode, Pilato e Barabba, rimane da solo e sacrifica se stesso, per affidarsi non più agli uomini ma soltanto al Padre, che pure sembra non ascoltarlo. Il cristiano minoritario, il cristiano sacrificato, il cristiano che si affida al Padre, è il cristiano più vero. Quello più vicino degli altri alla Redenzione.