«Quando verrà il regno di Dio?»

Illustrazioni Vangelo di Cristian Nencioni

Giovedì della XXXII settimana del T. O.

12 novembre, san Giosafat Kuncewycz

Lc 17, 20-25

In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».
Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

 

COMMENTO

Il Regno di Dio è al contempo evidente e discreto, ma solo gli eletti lo intravvedono. D’altra parte, è necessario non abbassare la guardia per non farsi ingannare dai falsi “messia”.

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I farisei avevano uno spirito hollywoodiano “ante litteram”. Aspiravano all’avvento di un Messia politicamente potente che a colpi di spada riconquistasse la Palestina, liberandola dal giogo romano.

Gesù invece si presenta come un Messia folgorante ma pacifico. Folgorante era per i miracoli, i prodigi, l’autorità della sua parola e il suo messaggio teologico e morale. Pacifico perché non incita alla rivoluzione, nè promette benessere materiale in questa terra, anzi! Le beatitudini sono il manifesto di una via originale, insolita e inaspettata per arrivare salvi all’altra vita. Su questa terra invece assicura lacrime, lotte, persecuzioni, fame e sete…

Ben a sproposito, dunque, i farisei interrogano Gesù sui tempi: “quando verrà il Regno di Dio?” Non avevano capito che il Re dei Re era davanti a loro? Essendo a conoscenza delle Scritture più di nessun altro, loro avrebbero dovuto essere in grado di riconoscerlo, e invece no. Prova che la molta scienza, quando è sprovvista di carità, non giova a nulla, o ancora peggio, è un accumularsi di paglia asciutta sul capo per il giorno dell’ira.

La Persona di Gesù, la sua irradiazione mediante la grazia, è l’essenza del Regno di Dio. Basta mettere al centro il Figlio di Dio che tutto rinasce, tutto riparte e con forza irresistibile. Avendo noi la celebrazione della Santa Messa e l’Adorazione Eucaristica, facciamone tesoro! Non sia che, seguendo l’esempio dei farisei, ci perdiamo in mezzo all’eresia dell’attivismo, della filantropia considerata come fine a se stessa, del pensiero dominante.

Nella seconda parte del brano odierno, Gesù mette in guardia i discepoli riguardo ai falsi messia che sarebbero apparsi, ingannando la gente.

Quali sono i segni dei falsi messia? La risposta è facile. Pensiamo alla concezione farisaica del messianismo e avremo i criteri per discernere dov’è la falsità. Quando certi leader religiosi insistono più su discorsi politici che di fede: stiamo attenti. Quando relativizzano i comandamenti di Dio per essere simpatici agli empi che hanno in odio l’autorità dell’Altissimo perché impone dei limiti alle loro passioni: stiamo attenti.

Il Messia è già venuto! E sulla terra risuonerà la sua Parola immutabile ed eterna finché Lui non tornerà. Tornerà, però, in gloria: “come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’Uomo nel suo giorno”.

Non apriamo i nostri cuori a discorsi liquidi e facili, che riducono la bella e sublime esigenza del messaggio evangelico. Facciamo di Gesù il nostro Re effettivo, amiamolo e obbediamogli con fervore. In questo modo saremo degni di restare in piedi quando Lui verrà con gli angeli del Cielo per giudicare i vivi e i morti.