Roberto Bignoli canta faccia a faccia con Maria

Roberto Bignoli canta faccia a faccia con Maria

Il 16 ottobre 2005, sei stato ufficialmente invitato dalla Televisione Nazionale della Polonia, a partecipare al Gran Galà e concerto dedicato a Giovanni Paolo II, tenutosi nella Piazza del Castello di Varsavia, con una presenza di 30.000 persone.
Che ricordi hai?
Ho dei ricordi bellissimi, perché la mia vita è legata a Giovanni Paolo II. Ho avuto la grazia di incontrarlo personalmente quattro volte, e di aver tenuto un concerto a Toronto, nella vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù, ma soprattutto l’incontro di quest’uomo, quando mi avvicinavo a lui per abbracciarlo e salutarlo.
Lui, vedendomi in una situazione precaria fisica, la mia disabilità e le mie stampelle, allargando le braccia e con un sorriso, mi disse di andare avanti, affinchè la mia storia e tutto quello che mi accompagnava, fosse un inno alla vita.
Infatti, come dice una delle mie canzoni “Ho visto la Croce”, ho visto effettivamente la croce. Ma dopo aver visto la croce, brutta, pesante, a cui imputavo Dio di avermela buttata addosso, oggi la rivedo e la vedo ed è compagna della mia vita ed è un inno e un canto alla vita per me e per gli altri.
Soprattutto per le persone che soffrono. A me piace molto ascoltare, piace molto stare tra la gente che soffre, perché avendo sofferto tanto nella vita e avendola cambiata, non posso essere indifferente verso chi soffre.

Che rapporto avevi con Giovanni Paolo II?
Un rapporto molto semplice. Come ti ho accennato prima, la grazia di averlo potuto incontrare personalmente e di aver cantato per lui. Un uomo che anche lui con la sua sofferenza e la sua storia, c’era qualcosa in comune: la sofferenza di una vita.
Pensando alla sua adolescenza, la mancanza della sua famiglia, i momenti difficili durante il periodo della guerra e del nazismo, però anche lui la voglia e il coraggio di essere testimone di qualcosa di grande, senza pensare che un domani sarebbe diventato Capo della Chiesa.
Un uomo che, con poche parole ma con uno sguardo, sapeva trasmettere qualcosa di grande e di soprannaturale, perché incontrandolo e vedendolo, si capiva che era un uomo di Dio ma guidato da una donna straordinaria che era Maria.
Questo incontro, ha rafforzato la mia convinzione, il mio camminare per mezzo di Maria, in questa nuova onda e in questa svolta in cui da anni stavo iniziando a dare a me stesso e poi successivamente alla mia famiglia.
La mia canzone “Non temere” è nata proprio dalle parole di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura, non temete. Spalancate le porte a Cristo”.
Servizio di Rita Sberna