Camillo de Lellis, un ex soldato di ventura divenuto un giocatore incallito a tal punto da rovinarsi e da diventare un mendicante alcolizzato che chiedeva l’elemosina davanti alla Chiesa di San Domenico a Manfredonia.
Un uomo ormai finito,consumato dal vizio e dalle vicissitudini della vita.
Sappiamo bene, però, che Dio si manifesta ai piccoli e si nasconde ai grandi!
Antonio di Nicastro, procuratore dei padri Cappuccini lo nota, anche per la sua enorme corporatura (era alto quasi 2 metri!), e gli chiede di lavorare come manovale alla costruzione di un convento.
Camillo accetta il lavoro e inizia la frequentazione dei monaci.
Il primo febbraio del 1575 viene mandato a San Giovanni Rotondo, per portare viveri ai frati del locale convento.
Qui viene accolto dal Padre Guardiano, che gli fa “un breve ragionamento spirituale” parlandogli di Dio.
Il 2 febbraio 1575, sulla strada di ritorno da San Giovanni a Manfredonia, Camillo de Lellis abbandona per sempre la vita dissoluta per dedicarsi ai più bisognosi.
“Ah, misero me, che grande cecità è stata la mia vita senza conoscere prima il mio Signore! Perché non mi sono speso per servirlo? Perdona Signore, perdona a questo gran peccatore”.
Il risultato della conversione del giovane Camillo? La nascita di un Uomo nuovo che ha fondato uno degli Ordini più straordinari della Cristianità.
Nel 1586, la “compagnia di uomini da bene” ottenne l’approvazione dal Papa Sisto V e, nel 1591, il Papa Gregorio XIV diede lo status di Ordine, con il nome di “Ordine dei Ministri degli Infermi”, nome scelto dal Fondatore, per indicare che i suoi membri dovevano avere come modello Cristo, che disse: “Non sono venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita”.
Oggi i Camilliani sono presenti in tutti i continenti e le loro missioni aiutano migliaia di malati al giorno e lo stupendo San Camillo de Lellis è patrono universale dei malati (assieme a San Giovanni di Dio).
Accanto all’Ordine secolare è nata, successivamente, la Famiglia Camilliana laica composta da persone che si impegnano a vivere l’ideale e lo spirito di San Camillo nel servizio agli ammalati.Anche se legata all’Ordine e animata dallo stesso spirito, essa gode di propria autonomia (Ha uno statuto proprio approvato dalla Santa Sede).