San Gregorio Barbarigo e l’amicizia con Papa Alessandro VII
San Gregorio diventa Vescovo di Bergamo
Inizialmente Gregorio voleva rifiutare quest’incarico, lui voleva servire il Signore senza ricoprire alte cariche (in quell’epoca i Vescovi avevano molto potere) ma sotto invito di Don Fabio, prega il Signore e decide di rifare gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio.
Alla fine capisce che il Signore lo chiamava ad essere Vescovo di Bergamo ma in una maniera molto umile, servendo tutti e vivendo in povertà.
A Bergamo trova una situazione molto critica, in quanto i preti erano pochi, la gente era molto ignorante, c’erano molti contadini …. Lui decide di fare la visita pastorale conoscendo la gente e i preti, uno per uno.
Gregorio si adatta, a volte dorme nella canonica dei parroci e a volte anche nel fienile, mangiava quel poco che avevano ma amava in una maniera indescrivibile.
A Bergamo costruisce un seminario, istituisce la catechesi obbligatoria in tutte le parrocchie, fa innamorare i parroci alla predicazione, e lui per primo si siede per le strade e comincia a catechizzare i bambini.
Dopo 7 anni viene trasferito a Padova, non era comune che un vescovo all’epoca venisse trasferito ma il Papa che nel frattempo era cambiato gli chiese questo servizio.
Gregorio diventa Cardinale
Un altro disegno provvidenziale è che Gregorio, prima che Papa Alessandro VII morisse, lo crea Cardinale e si ritrova ad essere Cardinale a Padova, vicino Venezia, in un momento storico in cui essere Cardinale voleva dire avere potere e ritrovandosi vicino casa, c’era il rischio che molti suoi conoscenti andassero da lui per chiedergli dei favori.
Gregorio rinunzia a tutti gli onori, le ricchezze e i piaceri, voleva servire Dio sempre nell’umiltà anche da Cardinale.
La vita di San Gregorio è stata un continuo discernimento, lo ha applicato in tutta la sua esistenza, infatti Gregorio imprime nel suo cuore il bisogno di diventare santo, tutti possono esserlo compreso gli sposi.
San Gregorio Barbarigo ci insegna a mettere Dio al primo posto, e a farci ultimi tra la gente, vivendo nell’umiltà e nel servizio agli altri.
Rita Sberna