Santa Rita, la Santa degli impossibili, mi ha salvata dall’anoressia

Santa Rita, la Santa degli impossibili, mi ha salvata dall’anoressia

Quanto contano gli affetti e la famiglia in questi casi?
In questi casi, sono le uniche cose che contano. I miei genitori, i miei nonni e soprattutto i miei amici, non mi hanno mai abbandonata, nemmeno nei momenti in cui io non volevo vedere nessuno.
Loro mi sono stati accanto, mi hanno cercato sempre di capire e mi hanno voluto bene per come ero.
Non hanno mai cercato di cambiarmi, nemmeno quando stavo proprio male.

Ti è mai capitato di dare aiuto, dopo che sei guarita, ad altre ragazze che soffrono della tua stessa malattia?
Si mi è capitato. Qui nella mia zona, avevamo un associazione, era un aiuto per la donna. Era un punto di ascolto, per le donne anoressiche, bulimiche, per quelle che hanno subìto violenze. Era proprio un associazione di donne che aiutavano, chi come me, soffriva in silenzio.

Oggi, com’è il tuo rapporto con la fede e con Dio?
Ho un ottimo rapporto. Sarò sempre grata a Lui. Io credo molto in Santa Rita, e le sarò sempre grata. Porto il suo nome, le sue medagliette e di tanto in tanto anche io vado in pellegrinaggio a Cascia.
Quando ho partorito il mio primo bambino, le ho portato in dono, il ciuccio.

Sei stata mai in pellegrinaggio in qualche altro luogo Santo?
No, però spero un giorno di andare a Medjugorje.
Una ragazza conosciuta su facebook, mi ha parlato tanto di questo luogo, poi ho visto molte trasmissioni in televisione che ne parlano e mi piacerebbe andarci.

Come cerchi di trasmettere la fede ai tuoi figli?
Cerco di trasmettergliela, nelle piccole cose quotidiane. Rispettare la natura, gli uomini, aiutare il prossimo. Penso che questa sia la migliore cosa per un bambino.

Adesso che sei guarita, se pensi a come eri prima, hai mai pensato che l’anoressia potesse essere una forte tentazione del maligno?
Si. Era come se avessi avuto due personalità: una buona e una cattiva.
C’era il male che mi circondava. Io disprezzavo la mia vita e me stessa, ed è quello che il maligno ci spinge a fare.
Mentre Dio è amore e ci vuole bene come siamo.
Adesso prego, e cerco di pregare per tutti.

Che messaggio vuoi mandare a tutte quelle persone, che sono vittime della bulimia dell’anoressia?
Vorrei dirgli di non disperare, perché una via d’uscita c’è sempre. Basta volerlo e soprattutto lasciarsi aiutare. Da soli non possono farcela, ma con l’aiuto si può riuscire a vincere e ad uscirne per sempre.
Dobbiamo tirare tutta la forza che abbiamo dentro, perché ognuno di noi è forte.
Ciò che conta è riscoprire tutti gli affetti e la famiglia.
Adesso sono per la seconda volta mamma, basta un sorriso di mio figlio e tutto il resto svanisce. Lo auguro a tutti.
Vorrei anche augurargli di credere sempre in qualcosa, oltre che a se stessi a Dio. Ognuno di noi, deve tenersi stretta la propria fede.
Servizio Rita Sberna