Miguel Parrondo ha raccontato la sua storia il 30 giugno scorso al giornale online ForumLibertas.com, per spiegare come mai è «contrario all’eutanasia».
Il padre di Miguel impedì ai medici di “staccare la spina” al figlio in coma “La vita può toglierla solo Dio” disse. E fu così che per 15 anni lo curò insieme alla moglie e alla nipote. Fino a quando Miguel si svegliò improvvisamente dal coma.
L’incidente e le conseguenze
Il ragazzo finì in coma nel 1987, quando aveva 32 anni, a causa di un incidente in auto che uccise una delle due ragazze con cui stava tornando da una festa. Miguel fu portato all’ospedale di Juan Canalejo di La Coruna. Le condizioni del giovane erano gravissime e secondo i dottori non esistevano possibilità di recupero. Ma il padre, dermatologo presso lo stesso ospedale, riunì lo staff medico per chiarire che nessuno poteva disporre della vita, se non chi la crea: «Se non fosse stato per lui – racconta oggi Miguel – non sarei qui, perché non mi davano alcuna chance. Mio padre ebbe fede». E così per 15 anni Miguel non fu mai lasciato solo, nemmeno un giorno. La madre lo accudì insieme alla figlia, Almudena.
Accadde il miracolo
Nessuno se lo sarebbe mai aspettato ma Miguel proprio all’età di 47 anni, un giorno si sveglia dal coma: «Non capivo nulla. Aprii gli occhi e davanti a me c’erano mia madre e mia figlia. Guardai mia figlia e le chiesi se era Almudena, perché mi ricordavo di avere una figlia con quel nome». La ragazza rispose di sì e mentre la madre piangeva e il padre era incredulo, Miguel le disse: «E io sono tuo padre».
Al suo risveglio, l’uomo ha trovato un mondo tutto nuovo: “Quando ho cominciato ad andare per strada pensavo: la gente è matta, parla da sola, invece parlava al cellulare». Per Miguel era assurdo anche vedere una donna al volante della macchina della polizia: «Pensavo fosse carnevale». Fu incredibile persino leggere il giornale e scoprire che non c’era più l’Unione Sovietica, ma «la Repubblica Ceca, il Montenegro, la Slovenia». Quando poi «andai in banca la prima volta», Miguel chiese dove fosse il computer, perché «ai miei tempi erano giganti, mentre ora sono piccolissimi». Poi la scoperta dei cd sostituiti alle cassette e dell’euro al posto delle pesetas.
Oggi Miguel è nonno ha subìto varie operazioni ma sta bene, è vivo e non fa altro che ringraziare suo padre e la grande fede che ha avuto che ha fatto sì, che sperasse fino all’ultimo in un miracolo impedendo ai medici di staccare la spina.