Le origini della festa di San Calogero di Naro

Il Santo di origini orientali venerato dai siciliani che li liberò dalla peste

San Calogero, è nato probabilmente tra il V ed il VII secolo d. C., ha origini mediorientali, precisamente viene dalla Turchia, si recò in Sicilia trovando sicuro rifugio, prima in una grotta vicino Marsala e poi in una grotta vicino Sciacca.

Il santo manifesta la sua estrazione straniera pur tuttavia ciò non lo ha mai reso oggetto di alcuna espressione razzista, proprio come accade per tantissimi altri Santi, Madonne nere o addirittura Cristi neri i cui culti sono diffusi in tutta l’Italia meridionale.

Nell’isola Siciliana, il Santo nero cominciò ad evangelizzare e a compiere miracolose guarigioni così da guadagnarsi velocemente il consenso della gente che incontrava. Il suo profilo biografico ricorda l’effettiva migrazione di monaci eremiti bizantini provenienti da tutto il Medioriente per cristianizzare territori lontani, quali appunto la Sicilia, che non a caso venivano chiamati “calogeri” cioè “di buona vecchiaia”.

L’etimologia del termine non è peregrina se pensiamo che il profilo del saggio veniva spesso associato a quello dell’anziano e non a caso l’associazione del termine latino tardo nonnus e monaco ne è una riprova linguistica. A sostenere ulteriormente questa argomentazione filologica ci viene in soccorso anche la radice etimologica monos contenuta nella parola monaco, che significa solo, unico e definiva per l’appunto il modus existendi degli eremiti che decidevano di isolarsi in grotte o in montagne a predicare o a meditare.

San Calogero, il cui culto si diffuse in tutto l’areale che oggi rientra nel libero consorzio comunale di Agrigento. E proprio a Naro il culto del santo trovò una formidabile espressione religiosa fin dalla purificazione del territorio dalla peste nella prima metà del 1600.

Nel 1627 infatti il popolo di Naro era stremato dalla peste e non sapeva “a quale santo votarsi” come si usa dire ancora oggi, allorquando alla suora Serafina Pulcella Lucchesi apparve una notte in sogno San Calogero che le annunziava la pronta guarigione dalla peste di tutti i naresi in cambio della loro devozione. La gente si votò a San Calogero portando in processione la sua statua e miracolosamente tutta la cittadinanza guarì.

Per suggellare ulteriormente la devozione al santo i cittadini di Naro lo elessero Patrono della loro cittadina e lo celebrarono tutti gli anni da quel momento. La sua festa si svolge ancora oggi a metà giugno, quando si preleva la statua del santo, realizzata nel 1566 da Francesco Frazzeta, dalla cripta in cui si crede che abbia vissuto il monaco, e si riporta nella chiesa a lui dedicata dove si celebra la sacra messa in suo onore che viene seguita poi nei giorni successivi da ulteriori degni festeggiamenti.

Fonte. Gaudium Press di Rita Sberna