Padre Matteo d’Agnone, un grande esorcista morto la notte del 31 ottobre
Don Antonio Mattatelli, sacerdote esorcista della diocesi di Tricarico, è stato ordinato sacerdote il 14 agosto 1997 ed è parroco presso la parrocchia Santa Maria Assunta a Montemurro in Basilicata.
Ha scritto un libro molto interessante sulla figura del santo esorcista padre Matteo d’Agnone dal titolo “Un santo contro il demonio – Il carisma di liberazione di padre Matteo d’Agnone” per l’edizioni SEGNO.
Padre Matteo d’Agnone è stato un grande esorcista del 1500/1600. Quando era ancora su questa terra, ha cacciato oltre 600 demoni. La sua nascita al cielo ricorre il 31 ottobre del 1616 a Serracapriola e dopo tantissimi anni, dalla sua morte, viene ancora ricordato e soprattutto invocato durante gli esorcismi.
Vogliamo approfondire meglio, chi è Padre Matteo d’Agnone?
Padre Matteo d’Agnone era un cappuccino apparteneva alla famiglia francescana, il ramo dei cappuccini nasce nel 1528 e anticamente venivano chiamati “francescani della vita eremitica” che adesso sono chiamati semplicemente “frati minori cappuccini”. Il loro carisma è sempre stata la penitenza, il digiuno, la preghiera ecc .
Il vero nome di Padre Matteo d’Agnone è Prospero Lolli, nato ad Agnone in Molise, la sua famiglia era benestante, era l’unico maschio in famiglia perché aveva quattro sorelle.
Trascorre la sua infanzia e l’adolescenza in maniera del tutto serena fin quando un giorno, sopraggiunge un episodio molto doloroso che lo segnerà per tutta la vita.
E’ stato scoperto un documento ad opera di Padre Cipriano De Meo (cappuccino Vice Postulatore della Causa di santificazione di Padre Matteo e anche decano degli esorcisti mondiali) con il quale si attesterebbe che l’episodio doloroso, accade a Padre Matteo quando aveva all’incirca l’età di 15-16 anni.
Successe che un giorno, un suo compagno coetaneo, prese di nascosto la pistola del padre ed insieme a Prospero Lolli si misero a scherzare. Ad un certo punto mentre scherzavano, partì un colpo di pistola ed in quel frangente morì l’amico di Prospero Lolli.
Il ragazzo era figlio unico e apparteneva anch’ egli ad una famiglia benestante, Padre Matteo dirà sempre anche sotto giuramento davanti a Dio, che lui non aveva premuto il grilletto ma sta di fatto che questo colpo di pistola partì e l’amico ne restò vittima.
La famiglia dell’amico, da quel giorno voleva farsi giustizia da sé, e lì, per il futuro Padre Matteo cominciò un vero e proprio calvario. Prima Prospero fu nascosto in casa dentro una botola, poi all’età di diciassette anni fu costretto a fuggire a Napoli. In quegli anni decise di studiare dai gesuiti anche se successivamente deciderà di entrare nei cappuccini.
Come furono i suoi primi anni di vocazione e come arrivò ad entrare nell’ordine dei cappuccini?
Padre Matteo studia tra i gesuiti e probabilmente la sua scelta era quella di entrare nei gesuiti, poi quando un’anima scopre la vocazione, nella scelta degli ordini religioni, lo Spirito Santo si serve molte volte anche di fattori umani. Lui aveva un amico che fece la scelta di consacrarsi nell’ordine dei cappuccini, Frate Tommaso da Trivento, e tramite quell’amicizia, Padre Matteo conobbe la spiritualità di San Francesco e preferì così di entrare nei i cappuccini.
Quello che contraddistinse Padre Matteo è la sua umiltà, del resto anche tutta la sua vita è stata contrassegnata da questa virtù.
Già dai primi anni del noviziato era una persona umile, mite, portava sempre dentro di sé la ferita causata dalla morte accidentale del suo amico, anche se non per colpa sua, ma in qualche modo si sentiva coinvolto.
Nella sua umiltà intraprende questo cammino e proprio per la sua intelligenza verrà mandato a perfezionare i suoi studi a Bologna, dove verrà poi ordinato sacerdote.
Proprio a Bologna si rivela il suo carisma che gli veniva dato dallo Spirito Santo a Lode e Gloria di Gesù Cristo, cioè quello di cacciare i demoni.
Come scopre il carisma da esorcista e perché il demonio aveva paura di lui?
Succede che nella chiesa del convento mentre tutti gli studenti erano chiusi nelle loro celle a studiare, due padri cappuccini stavano facendo un esorcismo verso una donna. Questo esorcismo era l’ennesimo di una serie lunga perché il demonio poneva molta resistenza alla preghiera della Chiesa.
Ad un certo punto uno dei padri cappuccini chiese al demonio quando sarebbe uscito dal corpo di quell’anima e il maligno rispose: “Se devo uscire deve venire quel chiericuzzo (un termine dialettale) di Frà Matteo, alla cui umiltà io non posso resistere”.
Così fecero chiamare Fra Matteo che ignaro di tutto, si presentò davanti alla persona ossessa e quest’ultima iniziò a gridare, a sbavare, a dimenarsi, non bastavano nemmeno le persone per tenerla.
Ad un certo punto Padre Matteo si mise a pregare davanti al Santissimo Sacramento e la persona venne liberata.
Questo episodio fece il giro dell’ordine e tutti ne vennero a conoscenza.