«Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco»

Illustrazioni Cristian Nencioni

17 MARZO 2021

MERCOLEDÌ DELLA IV SETTIMANA DI QUARESIMA

San Patrizio, Vescovo

Gv 5,17-30

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da sé stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.

Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.

In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.

Come infatti il Padre ha la vita in sé stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in sé stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.

Da me, io non posso far nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».

Commento:

Il Vangelo di oggi è una sintesi meravigliosa della dottrina cattolica sulla Trinità. Cerchiamo di approfondirla un poco per amare sempre più quel Dio che volle morire in Gesù per noi.

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Nostro Signore si difende dalle accuse dei farisei che cercano di incolparlo per i miracoli compiuti il giorno di sabato. L’occasione Gli permette di rivelare ancora di più il segreto nascosto nei secoli, ovvero, la trinità di Persone nell’unità dell’Essenza, che è la vita intima di Dio.

Perciò Gesù argomenta: “Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco”, come per dire: “non pensiate che il sabato Dio smetta di agire, al contrario, agisce sempre”. In realtà la creazione sussiste perché il Signore di continuo la sostenta. Non possiamo paragonare Dio all’operaio che finisce la casa e se ne disinteressa. Al contrario, il Signore crea e mantiene nell’essere, continuamente, tutte le cose. Ogni attimo della nostra esistenza dipende dalla sua azione, così come si può dire dell’atmosfera, che è illuminata perché il sole la riempie col suo splendore.

D’altra parte, Gesù, in quanto Verbo di Dio è, per usare una metafora, lo specchio del Padre, cioè, tutto quello che il Padre vuole o fa, Egli lo rispecchia in concomitanza ed in modo intelligente. Perciò l’attività del Padre è sempre quella del Figlio. L’unica sfumatura, che è messa molto in risalto dal Signore nel passo odierno, è che il Padre è il principio ingenito della Trinità e, generando il Figlio, dà a Lui tutto quello che ha, perciò, nel Verbo troviamo l’immagine perfetta del Padre e il suo infinito potere, ma in quanto ricevuto. Da lì l’umile e costante riferimento del Signore a questa sua condizione filiale, che lo rende termine di tutta la bontà del Padre.

Poi Gesù porta il discorso sulla risurrezione dei morti, soprattutto quella del giudizio finale. E mostra avere anche Lui il potere di donare la vita a tutti gli uomini insieme al Padre e nel Padre. Tuttavia, il giudizio è stato delegato a Gesù in qualità di Figlio dell’Uomo, cioè, nella sua natura umana. E perché? Anzitutto, perché i reprobi non potranno mai vedere il Padre, perché in ciò consiste la beatitudine della quale sono stati esclusi. Perciò apparirà, e tutti vedranno, come dice l’Apocalisse, l’umanità di Gesù. In essa, i beati vedranno lo splendore della divinità del Verbo, ma i dannati solo il severo volto della sua Umanità.

Preghiamo la Santissima Vergine Maria che ci doni la grazia di vivere in fedeltà al Santo Vangelo, mettendo al centro l’amore a Gesù e, per Lui, ai fratelli, in modo da meritare la risurrezione alla vita eterna!