Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha»

Illustrazioni Vangelo Cristian Nencioni

28 GENNAIO 2021 – GIOVEDÌ

SAN TOMMASO D’AQUINO, PRESBITERO E DOTTORE DELLA CHIESA – MEMORIA

Mc 4,21-25

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Commento:

La luce e la misura sono due parametri importanti per i cristiani. Fino a che punto cerchiamo di essere lampada sul candelabro?  E nell’ascoltare della Parola le diamo tutta l’importanza che ne merita?

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La luce della Parola deve risplendere liberamente davanti a tutti. Non può essere messa sotto il moggio o sotto il letto, cioè, è da evitarsi la timidezza spirituale, malattia grave di tanti cattolici, ben diversa dalla timidezza psicologica, che dal punto di vista morale non è di per sé un male.

La timidezza spirituale consiste nel nascondere la propria identità di cattolici. Essa è l’alleata più pericolosa del male, giacché non solo evita di combatterlo, ma gli consente di spandersi per una sorta di rispetto inspiegabile nei suoi confronti. La paura di farsi vedere cattolici nasce dall’insicurezza della propria identità religiosa per il fatto di andare controcorrente.  Il peso della sociabilità può debilitare la fiamma della fede e allora proclamare di credere in Gesù Cristo diventa vergognoso. Si cade, di conseguenza, in una contraddizione enorme perché appunto si mette la luce sotto moggio.

Un buon cattolico deve avere la fierezza di mostrarsi tale sia per via di fatti che per la parola, altrimenti tradisce la sua missione: “non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce”.

D’altra parte, Nostro Signore ci insegna ad attribuire alla Parola l’importanza che essa ha, cioè, a prenderla sul serio agendo con coerenza.

La prima cosa importante per il Signore è fare attenzione a ciò che si ascolta. La seconda è assegnare ad ogni Parola l’importanza che ne ha: “Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più”. Nella misura in cui capiamo la grandezza degli insegnamenti del Signore, più riceveremo “perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha”. Così, agli ascoltatori superficiali, il demonio ruba la Parola dei loro cuori con grande facilità.

Ascoltiamo la Parola con grande attenzione e riverenza, meditiamola e proclamiamola con coraggio. Ecco la strada che porta i cattolici alla salvezza!

San Tommaso d’Aquino fedele alla Parola interiore che, contro il parere della propria famiglia, le indicava l’ordine domenicano come via per seguire Gesù, sia nostro modello e nostro intercessore.