La Sindone di Torino ha cambiato la mia vita
L’8 ottobre 1978, al fine di una mostra pubblica di cinque settimane, il sudario fu portato dentro il Palazzo Reale per essere esaminato dalla nostra squadra.
Non appena tirai fuori la mia potente lente d’ingrandimento e guardai molto da vicino, notai il ventre sottile e delle immagini dorsali di un uomo -crocifisso, leggermente più scure dello
lo sfondo. Vidi la faccia, che mi ricordò un rabbino che conoscevo quando ero giovane, le macchie di sangue, incredibilmente erano ancora rosse, e vi erano segni di gravi ustioni e bruciature sul panno, risalenti ad un incendio del 1532.
Dopo circa due minuti, mi alzai con la consapevolezza che Avrei dovuto cambiare il mio
modo di pensare. Non c’era nessun dipinto sul sudario!
Da quella Mostra della Sindone, Papa Benedetto XVI disse che intendeva visitare la
Sindone di Torino, il 2 maggio, durante l’esposizione pubblica a Torino, dal 10 aprile al 23 maggio. L’esposizione diede ai pellegrini, la prima possibilità di vedere la Sindone. Da allora
i lavori di restauro vennero effettuati nel 2002. I Visitatori a Torino, vedranno la Sindone nella Cattedrale di San Giovanni Battista. Per conservare e proteggere la sindone, il tessuto è permanentemente immagazzinato in una costruzione su misura, controllato dalla temperatura e dall’umidità, a tenuta di luce. Le prenotazioni per la visita saranno su richiesta, anche se l’ammissione è gratuita e può essere effettuata online presso il Sito Web dell’Arcidiocesi di Torino, su sindone.org.
Lavorammo tutto il giorno, senza aver avuto il tempo di contemplare il significato di ciò
che stavamo facendo. Io sapevo che alcuni membri della squadra erano stati profondamente commossi, per me.
“Dio non ci lascia sapere sempre in anticipo qual è il suo piano“.