“Papa Francesco è la continuità dei papi straordinari che l’hanno preceduto ed i poveri ne sono la priorità”

“Papa Francesco è la continuità dei papi straordinari che l’hanno preceduto ed i poveri ne sono la priorità”

Il 19 novembre è stata la prima giornata mondiale dei poveri che è un invito per tutti, a non amare solo a parole ma anche con i fatti. E’ un po’ quello che fate voi con la Caritas?

L’intenzione di questa giornata è come se il Papa ha voluto tirarci la “giacchetta” per dirci che i poveri li abbiamo sempre con noi e sarebbe triste se solo questa domenica dei poveri, rimarrebbe “la giornata del ricordo”.

Questa domenica ha voluto farci rendere conto che i poveri, sono degli uomini che hanno un volto ed hanno una storia e che bisogna condividere con loro; sono esseri umani!

Anche loro vanno trattati con la stessa dignità con cui vogliamo essere trattati noi. Il Papa, dopo l’anno del giubileo, è come se ci ricorda che adesso è tempo di sbracciarci ed ognuno è chiamato a fare la sua parte.

 

Che ricordi ha di Giovanni Paolo II e del suo pontificato?

E’ stato un pontefice che davvero ha mosso le acque e ci ha un po’ meravigliati e ci ha fatto scoprire come sia necessario rispondere alla parola di Dio, lui l’ha fatto quando era in piena forma ma anche quando alla fine della vita era ridotto ad un rottame.

Giovanni Paolo II ci ha fatto capire che quando si crede nel Vangelo, non ci si arrende mai e questo l’ho sta trasmettendo Papa Francesco che con la parola e con i fatti ci sta dimostrando che il Vangelo è gioia e diventa una possibilità di vita migliore e più umana.

 

Quindi possiamo dire che il pontificato di Papa Francesco è una continuità del pontificato di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI?

Certo, se noi leggiamo la storia ce ne rendiamo conto. Pensando alla mia età, ricordo anche Pio XII ma ricordo anche quello che significò la presenza di Giovanni XXIII, e poi di Paolo VI, di Giovanni Paolo I.

Siamo vissuti in un secolo “fortunato” dove delle figure straordinarie nella chiesa, hanno permesso quello che adesso Papa Francesco sta proponendo. Hanno cominciato ad aprire porte e a trovare sentieri nuovi che oggi Papa Francesco come compagno di viaggio ci sta facendo percorrere.

E’ una storia lunga che guarda indietro, forse noi non pensiamo a ciò che abbiamo alle spalle ma grazie a Dio ciò che abbiamo alle spalle, ci permette di guardare con fiducia avanti.

 

Com’è cambiata la storia della chiesa con il Concilio Vaticano II?

Riferisco sempre le parole di Mons. Bello, vescovo di Molfetta che morì anni fa e diceva “La chiesa deve essere senza pareti e senza tetto” e questo ce l’ho sta dimostrando Papa Francesco.

Prima avevamo la preoccupazione di portare tutti in chiesa, oggi l’impegno è di essere chiesa dove ci troviamo. Allora andiamo nelle nostre chiese, nei nostri edifici per fare il pieno di speranza e di cose belle. Poi, portiamo fuori, in famiglia, in ufficio e per strada quello che abbiamo scoperto e vissuto in chiesa.

Oggi il Papa ci parla di stare per strada e di fare gli incontri per le strade. Gesù fece gli incontri più interessanti stando per strada.

Questa è la chiesa che Papa Francesco ci sta proponendo. Ci dice “anche se ti sporchi stando per strada, non interessa questo, l’importante è esserci”.

 

Ci tolga una curiosità: continua tutt’oggi, a girare per la diocesi agrigentina con la sua vespa blu?

Proprio in giro per la diocesi no perché la diocesi è abbastanza ampia ma per la città e i paesi vicini vado in vespa, niente di straordinario! Sono sempre andato in vespa e continuo ad andare.

Un Cardinale può camminare in macchina, a piedi ma anche in vespa.

 

Servizio di Rita Sberna