Russia e Cuore Immacolato di Maria: un enigma di cui solo Dio ha la soluzione

Pastorelli Fatima Russia Cuore Immacolato di Maria
Foto: Redazione Papaboys - YouTube

Venerdì 25 marzo, papa Francesco, in comunione con tutti i vescovi del mondo, consacrerà la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria. Si può guardare a questo evento con due occhi: quello delle scienze umane e quello della fede. Lo sguardo dello storico si ritrova davanti un vero e proprio enigma, pieno di “non detti” e di vere o apparenti incongruenze. Partiamo, innanzitutto dalla coincidenza storica della richiesta della Madonna a Fatima di consacrare la Russia al Cuore Immacolato di Maria (13 luglio 1917), pochi mesi prima della Rivoluzione bolscevica (novembre 1917). Se ciò non fosse accaduto, la Russia avrebbe diffuso “i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa”. Di primo acchito, si potrebbe azzardare che la richiesta non è mai stata accolta, nella misura in cui, effettivamente, l’“errore” del comunismo ha conosciuto un’ampia diffusione nel mondo, quantomeno negli anni che vanno dal 1945 al 1989; in quegli stessi decenni, negli stessi paesi coinvolti in dittature marxiste, oltretutto, i cristiani – sia cattolici, sia ortodossi – hanno conosciuto la sofferenza e il martirio come raramente era avvenuto nel corso della storia.

I fatti dei decenni successivi, però, ci dicono che sono stati ben tre i papi che hanno consacrato il mondo e/o la Russia al Cuore Immacolato di Maria. Pio XII (1876-1958) lo fece il 31 ottobre 1942, a metà della Seconda Guerra Mondiale, poi, il 7 luglio 1952, con la lettera apostolica Sacro vergente anno, “in modo specialissimo, consacriamo tutti i popoli della Russia al medesimo Cuore immacolato”. San Paolo VI (1897-1978) ripeté la consacrazione il 21 novembre 1964, durante il Concilio Vaticano II, mentre San Giovanni Paolo II (1920-2005) lo fece il 25 marzo 1984 (festa dell’Annunciazione del Signore), recitando con questa formula ‘implicita’, senza menzionare la Russia: “Ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni, che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno”.

Quale di queste consacrazioni è quella valida? Se nessuna di esse lo è, si riferisce a un evento che ancora deve avvenire (se mai avverrà)? Suor Lucia dos Santos (1907-2005), l’unica dei tre veggenti di Fatima, vissuta quasi fino ai giorni nostri, è la figura chiave per fare luce – ma solo in parte – sul mistero. Nel 1929, dodici anni dopo le apparizioni di Fatima, alla religiosa apparve nuovamente la Vergine Maria, che rilanciava la sua richiesta di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato. Suor Lucia ritenne che le consacrazioni di Pio XII e di Paolo VI non fossero idonee, per cui, il 13 maggio 1982, giorno della visita di Giovanni Paolo II a Fatima, nel 65° anniversario delle apparizioni, consegnò una lettera al pontefice polacco, in cui rinnovava la richiesta. Nella stessa lettera, la veggente prendeva atto che la consacrazione, fino a quel momento, non era mai avvenuta e che, di questo passo, ci stavamo avviando a grandi passi al compimento dell’ultima parte del terzo segreto: “I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno annientate”.

Durante quel pellegrinaggio, dunque, Wojtyla avrebbe effettuato la consacrazione, ma non secondo i criteri richiesti dalla Madonna. Di ciò, suor Lucia informò il nunzio in Portogallo, che, a sua volta, informò il Papa. Quando, però, Giovanni Paolo II ripeté la consacrazione il 25 marzo 1984, la consacrazione avvenne effettivamente in comunione con i vescovi di tutto il mondo: a riconoscerlo sarebbe stata la stessa suor Lucia, in una lettera attribuitele, datata agosto 1989.

Se suor Lucia si fosse persuasa o meno che la consacrazione era validamente avvenuta, sussistono versioni discordanti. A sostenere che ne fosse convinta, è il cardinale Tarcisio Bertone, che, nel 2000, nella veste di segretario della Congregazione della Dottrina della Fede, si occupò dello svelamento del terzo segreto di Fatima. Bertone afferma che la veggente gli avrebbe confidato: “Ho già detto che la consacrazione voluta dalla Madonna è stata fatta nel 1984, ed è stata accolta in Cielo”.

Di opinione contraria è un altro porporato, il cardinale tedesco Paul Josef Cordes, già presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, che spiegò, innanzitutto, che la mancata citazione della Russia da parte di Giovanni Paolo II nel 1984, fu dovuta al consiglio dei diplomatici vaticani che temevano potessero sorgere dei “conflitti politici” per questo. Contestualmente, Wojtyla era venuto a sapere che anche “alcuni vescovi ortodossi russi avevano approfittato della propria consacrazione del mondo alla Madre di Dio come occasione per consacrare la Russia in un modo del tutto speciale a Maria”. I vescovi menzionati dalla Madonna dovevano essere esclusivamente cattolici. Del resto, suor Lucia, intervistata nel 1985 dalla rivista Sol de Fátima ritenne la consacrazione dell’anno prima non valida perché “non c’era la partecipazione di tutti i vescovi, né la Russia era menzionata”.

Un altro che rimase sempre più che scettico sull’esistenza della lettera di suor Lucia è stato padre Gabriele Amorth, dal momento che lo stesso Bertone non l’aveva mai mostrata e che pareva strano che suor Lucia avesse dovuto attendere così tanti anni per annunciare la validità della consacrazione.

Ora che mancano sei giorni alla Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria da parte di papa Francesco, c’è chi rimane perplesso sull’aggiunta dell’Ucraina: mossa diplomatica come quella di Wojtyla del 1984? È anche una consacrazione dal taglio “straordinario”, annunciata sull’onda degli sviluppi bellici ai confini orientali dell’Europa. Elemento, quest’ultimo, che suscita ulteriori interrogativi: gli “errori” che la Russia avrebbe diffuso per il mondo sono quelli comunisti o quelli dell’attuale governo di Vladimir Putin?

Qui si ferma l’analisi storico-razionale. Il piano della fede è quello più povero di indizi ma, al tempo stesso, più complesso da decifrare. Perché tante consacrazioni e non una sola? La ragione potrebbe dirci che qualcosa non quadra e che persino i papi non sono infallibili. La fede, invece, suggerisce che Dio, in questa abbondanza, potrebbe aver mostrato tutta la sua generosità. Anche nel momento in cui penseremo di avere in mano tutte le tessere di questo mosaico, ci sarà sempre una tessera nelle mani di Dio e sarà la più importante. L’esito di questa vicenda escatologica potremo scoprirlo sulla Terra o in Cielo ma di sicuro sarà molto diverso dalle nostre aspettative e infinitamente più grande.