Per Betlemme, il Natale 2019 non sarà come tutti gli altri. Lo scorso 29 novembre, all’inizio dell’Avvento ha fatto il suo ritorno in Terra Santa, una parte della più importante reliquia della Natività: la Sacra Culla di Nostro Signore. Non si è trattato di un evento di secondo piano. I frammenti della mangiatoia su cui Gesù venne alla luce sono custoditi a Roma da circa un millennio e mezzo. Tutto ebbe inizio nel 432, quando papa Sisto III fece costruire, all’interno dell’appena edificata basilica di Santa Maria Maggiore (da allora chiamata anche “Santa Maria ad praesepem”) una Grotta della Natività che riproduceva l’originale betlemita. La reliquia ‘ufficiale’ fu tuttavia donata nel VII secolo dal patriarca di Gerusalemme San Sofronio al papa Teodoro I. Già nei secoli precedenti, comunque, sia Origene (185-253 d.C.) che San Girolamo (347-420 d.C.) scrissero di aver visto con i loro occhi a Betlemme quel che restava della Sacra Culla del Bambino Gesù.
L’edificazione della Grotta della Natività in Santa Maria Maggiore incoraggiò i fedeli che si recavano in pellegrinaggio a Betlemme, a riportare con sé frammenti lignei, che si riteneva appartenessero alla mangiatoia di Gesù. Indagini biologiche effettuate sui medesimi frammenti hanno accertato che si tratterebbe di un legno d’acero, antico circa duemila anni e particolarmente diffuso proprio nella regione di Betlemme. A partire dalla seconda metà del XIV secolo, tali frammenti furono custoditi all’interno di un reliquiario (cunabulum), rimasto distrutto durante la ristrutturazione della Basilica nel Settecento. Il reliquiario sostitutivo venne trafugato durante l’occupazione napoleonica (1798-99), cosicché il reliquiario definitivo (foto), realizzato da Giuseppe Valadier, trovò posto in Santa Maria Maggiore, poco tempo dopo.
Il cunabulum è custodito presso l’altar maggiore della basilica romana, tuttavia, per vari secoli, si è usato spostarlo nella navata centrale durante le festività natalizie, affinché i fedeli lo potessero venerare. Negli ultimi anni, visto il cattivo stato di conservazione della reliquia, lo spostamento avviene solamente durante la messa della Vigilia. All’interno di Santa Maria Maggiore, viene conservato il presepe più antico ancora visibile, realizzato da Arnolfo di Cambio nel 1288. L’altra reliquia della Natività custodita nella basilica romana è il panniculum, frammento di quello che, secondo la tradizione, sarebbe stato il panno con cui Maria avrebbe avvolto Gesù appena nato (cfr Lc 2,6).
Accolta solennemente in Gerusalemme lo scorso 29 novembre, durante una celebrazione eucaristica presso il complesso di Notre Dame, la reliquia del cunabulum è stata poi esposta per alcune ore nella chiesa di San Salvatore. Il giorno successivo è stata trasferita a Betlemme, dove ha trovato definitiva collocazione all’interno della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, adiacente alla basilica della Natività.
La decisione di portare una parte della preziosa reliquia a Betlemme è giunta direttamente da papa Francesco. Un gesto simbolico, a sottolineare la vicinanza del Vescovo di Roma ai cristiani della Terra Santa e ai popoli dell’intera regione, più che mai bisognosa di pace e di armonia. Secondo quanto riferito dal sindaco di Betlemme, il Santo Padre aveva promesso questa traslazione al leader palestinese Abu Mazen, durante il loro ultimo incontro. “Nel ricevere questo dono da Papa Francesco, con fede ardente, la nostra gioia non può essere superficiale ma deve essere profonda – ha dichiarato monsignor Leopoldo Ghirelli, nunzio apostolico in Israele e Cipro, durante l’omelia nella menzionata messa a Notre Dame –. la reliquia in legno dirige il nostro sguardo al Calvario, segnando unità tra il Mistero Pasquale e il Natale. La commistione dell’amore di Dio verso la storia degli uomini passa attraverso il legno, che si presenta sia come legno della croce che come legno della mangiatoia”. Rivolto al nunzio, il Custode della Terra Santa, padre Francesco Patton ofm, ha detto: “Assicuri papa Francesco che non ci limiteremo a custodire questa reliquia, ma faremo in modo che rappresenti la Chiesa in uscita e che essa porti la gioia del Vangelo, pellegrinando tra le varie comunità cristiane di Terra Santa per ravvivare la fede in Gesù”.
La Sacra Culla di Gesù Bambino è dunque destinata a unire sempre più i cristiani d’Oriente e d’Occidente. Cristo nasce e muore sul legno, quasi a richiamarci l’attenzione sull’Albero della Vita: se ai primordi dell’umanità, da un albero, Adamo ed Eva avevano colto il primo frutto peccaminoso, da un nuovo albero germoglia un nuovo frutto, destinato a cancellare quel peccato. Un frutto umano e divino: Gesù Cristo, Figlio di Dio.