Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà

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26 AGOSTO 2021

GIOVEDÌ DELLA XXI SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO DISPARI

Sant’ Alessandro di Bergamo, Martire

Mt 24,42-51

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«Vegliate, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni.

Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti».

 Commento:

Nostro Signore è un amico leale, perciò ci mette in guardia sul giorno del giudizio.

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Dio è per ognuno di noi l’amico migliore che mai si potrebbe sognare. È fedele, come ci insegna San Paolo, magnanimo, pieno di bontà, di misericordia, paziente e benevolo. Non c’è nessuno che Lo uguagli o lo superi. Ogni amore di amicizia ha il punto di partenza in Dio, e se è autentico, finisce anche in Lui. Ma l’amicizia di Dio mette in moto una sorta di circuito, mediante il quale, il suo divino amore circola. Così, i genitori amati da Dio, sono tenuti ad amare i propri figli, trasmettendogli l’amore di amicizia del Signore. Se il circuito si interrompe, incorre il peccato, siamo davanti al male e il male non è tollerabile.

Poiché Dio è un amico leale, dunque, ci mette in guardia sul giorno del nostro giudizio. Dobbiamo essere attenti e vivere ben consci del dono che abbiamo ricevuto. Essere amici di Dio è un privilegio immenso, e bisognerà che ne rendiamo conto alla fine della nostra vita. Saremo giudicati secondo la nostra carità, come insegna San Giovanni della Croce, e verremo premiati a seconda di quanto avremo fatto di bene per gli altri.

Ma, e se abusando dell’amicizia divina, utilizziamo i suoi doni per il nostro egoismo, se usiamo la nostra intelligenza, la nostra volontà, il nostro tempo, per i nostri capricci, non rispettando gli altri e causandogli del male? Allora, l’amico divino, vedendosi tradito, ci giudicherà in modo inaspettato e ci punirà. E la sua amicizia si cambierà in inimicizia!

Non tradiamo l’amicizia divina, facciamone tesoro mettendola in moto verso gli altri. Facciamo opere di bene nella verità, nella fedeltà ai comandamenti, favorendo il bene e ostacolando il male. Se agiremo così sperimenteremo in eterno l’amore di amicizia totale, infinito, assoluto. Saremo per sempre amici di Dio.