Mons. D’Ercole “Noi terremotati delle Marche siamo stati abbandonati”

Mons. D’Ercole “Noi terremotati delle Marche siamo stati abbandonati”

Mons. D’Ercole “Noi terremotati delle Marche siamo stati abbandonati”

In quest’intervista a Mons. Giovanni D’Ercole si è affrontata la problematica del terremoto nel centro Italia e l’eventuale relazione che alcuni cattolici affermano con il “castigo divino”.

Sappiamo che l’Italia è rimasta colpita prima dal terremoto di Amatrice avvenuto il 24 agosto scorso e poi da quello del 26 ottobre che ha colpito Norcia, distruggendo la cattedrale di San Benedetto e le Marche.

 

In questi giorni di grande polverone mediatico, in cui la stessa chiesa è divisa, che relazione c’è tra il terremoto del Centro Italia e il castigo divino?

Innanzitutto vorrei precisare che noi terremotati delle Marche siamo stati dimenticati e abbandonati dai mass media, l’opinione pubblica parla solo di Amatrice e Norcia senza pensare a noi delle Marche che abbiamo il 70% di abitazioni distrutte compreso le chiese.

La televisione si dimentica che c’è tanta gente dalle nostre parti che soffre.

Per quando riguarda la sua domanda, credo che Padre Cavalcoli sia stato mal compreso, i media tendono a strumentalizzare tutto e lo hanno condannato senza dargli la possibilità di far capire tutto ciò che lui voleva dire.

Il problema della comunicazione è quello di semplificare al massimo e tagliando alcune frasi del discorso, spesso si fa dire il contrario di ciò che vuole dire la persona in verità. Questo avviene anche con Papa Francesco.

In quest’ anno straordinario della divina Misericordia credo che non si debba assolutamente parlare di castigo di Dio anche se come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica, il castigo di Dio esiste. Direi però che il terremoto più che altro è castigo degli uomini.

Se noi consideriamo che la terra ha una sua vita ed il terremoto è la vita della terra perché se non ci fossero i terremoti non ci sarebbero i laghi e non ci sarebbero le montagne.

Nel corso delle migliaia di anni, la terra cambia, si evolve e l’uomo molto spesso compie il peccato di dimenticare che lui non è il padrone della terra ma è ospite di questo pianeta e deve rispettarlo.

Dio ha creato la terra e non le case ma gli uomini che sono costruttori delle case spesso mancano di responsabilità castigando se stessi con quelle che poi possono essere le conseguenze del terremoto.

Il terremoto è un fenomeno naturale della terra e considerare il terremoto come castigo divino è una cosa che non ha senso perché il terremoto è la vita della terra.

 

Considerare il terremoto come castigo, forse è anche una mancanza di rispetto verso i terremotati che sono rimasti senza niente?

Le vittime del terremoto come dice la parola stessa sono vittime, perchè pagano le conseguenze di errori commessi da altri o da loro stessi, per non aver seguito le giuste norme con cui bisogna costruire.

Bisogna mettersi bene in mente che i terremoti ci sono e saranno sempre più presenti perché la terra è sempre in movimento, e noi dobbiamo costruire il modo per poter resistere, rispettando la natura e tutte le sue esigenze.

Il Papa nell’enciclica Laudato Sì ha messo bene in luce quest’esigenza.

Davanti alle vittime non si deve fare altro che chinare il capo e pregare e stringersi in un abbraccio di comprensione per tutti i loro cari che rimangono a piangere su questa terra.