Aborto: l’Unione europea versus il “Dignitas infinita”

Dopo l’iscrizione dell’aborto nella Costituzione francese approvata il 4 marzo 2024 si è riaperto il dibattito per inserire l’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Il Parlamento europeo chiede di conseguenza la modifica dell’articolo 3 della Carta per attestare che «tutte le persone hanno il diritto all’autodeterminazione sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale».

La risoluzione della Carta è stata approvata questo 11 aprile dagli europarlamentari (con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni) in modo tuttora non vincolante poiché necessita l’accettazione all’unanimità dei suoi stati membri. Rappresentanti di diversi paesi (come Malta, Italia, Slovacchia, Romania, Polonia) sono in qualche modo contrari, tuttavia questi giorni il Parlamento polacco deve fare fronte al dibattito sull’aborto nel suo paese.

All’indomani della pubblicazione di “Dignitas infinita” (l’ 8 aprile 2024), la Comece (Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione Europea) ha ribadito con forza, in previsione della votazione del Parlamento europeo sull’aborto di ieri, il suo no «all’aborto e all’imposizione ideologica» ricordando che l’Unione europea «non può imporre ad altri, dentro e fuori i suoi confini, posizioni ideologiche sulla persona umana» e che «La Carta dei diritti fondamentali dell’Ue non può includere diritti che non sono riconosciuti da tutti e che creano divisione. Non esiste un diritto riconosciuto all’aborto nel diritto europeo o internazionale e il modo in cui questa questione viene trattata nelle Costituzioni e nelle leggi degli Stati membri varia considerevolmente».

Vi invito pertanto a leggere la Dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita circa la dignità umana” (su https://press.vatican.va – bollettino del 8 aprile 2024). Il testo è stato sollecitato dal Santo Padre in seguito all’enciclica “Fratelli tutti” ed è certamente una risposta a una società sempre più disumanizzante con l’accrescersi di “gravi violazioni della dignità umana” (teoria gender, aborto, eutanasia, maternità surrogata, tratta degli esseri umani…). Ancora oggi, ognuno è chiamato ad agire in qualche modo per il bene comune. Non giriamoci dall’altra parte mentre è in atto la soppressione del diritto inalienabile alla vita e il non rispetto della dignità dell’essere umano!