Di #miracoli #eucaristici, nella #storia della #Chiesa ne esistono tantissimi, soprattutto nei primi secoli quando ancora i dubbi della presenza di Gesù nel Corpo Eucaristico, si insinuavano nei cuori di alcuni fedeli e consacrati.
E proprio a Lanciano, nella cittadina abbruzzese, nella prima metà dell’VIII secolo è avvenuto un qualcosa di straordinario: mentre un sacerdote stava celebrando la messa, al momento della consacrazione l’ostia e il vino si sarebbero trasformati in carne e sangue. Tale manifestazione è agli occhi di tutti, ancora oggi dopo ben 13 secoli di distanza!
Tale miracolo è avvenuto nella chiesa di San Legonziano, per il dubbio di un monaco Basiliano sulla presenza reale di Gesù nell’eucarestia. L’ostia diventata carne, tutt’oggi è visibile ad occhio nudo, ha la grandezza dell’Ostia grande attualmente in uso nella Chiesa latina, è leggermente bruna e diventata tutta rosea se osservata in trasparenza.
La carne, è conservata in un artistico Ostensorio d’argento mentre il sangue è contenuto in una ricca ed antica ampolla di cristallo di Rocca.
Le analisi, eseguite con assoluto rigore scientifico e documentate da una serie di fotografie dimostrano:
- la carne è vera carne. Il sangue è vero sangue;
- la carne e il sangue appartengono alla specie umana;
- la carne è un cuore completo nella sua struttura essenziale;
- Nella carne sono presenti, in sezione, il miocardio, l’endocardio, il nervo vago ed il ventricolo cardiaco sinistro;
- la carne e il sangue hanno lo stesso gruppo sanguigno: AB;
- la carne per 13 secoli è rimasta intatta ed inodore.
Anche la scienza si è subito arresa d’innanzi a questi risultati fenomenali.
Questo miracolo di Lanciano è divenato famosissimo in tutto il mondo ma in realtà ve nè stato un altro, sempre a Lanciano che ha coinvolto una coppia di sposi nel 1273.
Giacomo Stasio era sposato con Ricciarella e vivevano a Lanciano, da molto tempo tra i due regnava la discordia e la zizzania del maligno. Ma ignorantemente, la donna per eliminare tale discordia con il marito, si rivolse ad una fattucchiera di Lanciano, la quale le consigliò di fare un rito con l’Eucarestia: “Accostati alla comunione, prendi l’Ostia consacrata e ponila sul fuoco; ricavatene una polvere, offrila mescolata a cibo o bevanda a tuo marito. In questo modo otterrai l’affetto del tuo sposo.”
Così la Ricciarella si accostò alla comunione, durante la santa messa e furtivamente fece cadere l’Ostia dalla sua bocca sul suo seno e portarsela via.
Così una volta arrivata a casa, prese l’Ostia e come disse la fattucchiera la mise a cuocere ma miracolosamente una parte dell’ostia si trasformò in carne sanguinante.
La donna, spaventata di ciò che era successo, prese una tovaglia di lino, vi avvolse il coppo insanguinato e l’Ostia e si recò nella stalla, seppellendo l’involucro sotto le varie immondizie.
Arrivata la sera, il marito Giacomo cercò di fare entrare l’asino nella stalla ma la bestia non voleva entrare, a via di bastonate e costretto con la forza, l’asino entrò ma si fermò nel punto dove era seppellita l’Ostia e quasi come in adorazione s’inginocchiò.
Il marito capì che la moglie aveva fatto qualche stregoneria ma per 7 lunghi anni, la donna tenne questo segreto per sè e l’Ostia rimase lì tutto quel tempo. Fino a quando, un giorno la donna decise di confessarsi da frate Giacomo di Offida e versando molte lacrime senza riuscire ad esprimere il suo sacrilegio, il sacerdote gli fece l’elenco di tutti i peccati senza ottenere consensi ma alla fine quando le chiese “Ma cos’hai fatto di così grave, hai ucciso Dio?” La donna acconsentì perchè effettivamente quel sacrilegio era come se lei avesse ucciso Dio.
Chiaramente dopo la confessione, la Ricciarella andò a prendere l’Ostia avvolta nella tovaglia, ancora intatta e grondante di sangue e la portò ai frati offidiani mostrandola al superiore.
La coppia di sposi ovviamente poi si riconciliò e questo fu il grande miracolo di Gesù Eucarestia: risvegliare l’amore in quelle due anime che da tempo vivevano in discordia.
Il frammento del coppo insanguinato e il frammento della tovaglia, oggi sono custodite nella chiesa di Santa Croce di Lanciano, casa della Ricciarella.
Rita Sberna