“Dopo la morte della mia migliore amica, ho incontrato la fede all’Oasi della Pace “

Arianna Tocchetto “Dopo la morte della mia migliore amica, ho incontrato la fede all’Oasi della Pace “

Quando sei arrivata a Medjugorje, cos’è successo?

Io sono arrivata a Medjugorje con un po’ di aspettative. Vedendo mia sorella sempre entusiasta di questo pellegrinaggio, sono arrivata con un po’ di curiosità.

Medjugorje però, l’ho riscoperta a casa, non tanto lì.

Quando sono arrivata a casa, avevo una pace indescrivibile che la ritrovavo solo nella preghiera ed ho iniziato ad andare a messa.

Quando sei stata a Medjugorje, hai vissuto per otto mesi in una comunità “Oasi della Pace”. Perché?

Il primo anno in cui andai a Medjugorje, quello che mi aveva più colpito erano le comunità. Quindi, era nata in me la voglia di fare un esperienza di vita comunitaria. In quel periodo ero ancora fidanzata e avevo ancora un lavoro, poi nell’estate 2011 mi sono lasciata con il mio ex ragazzo, mi è scaduto anche il contratto di lavoro e nell’ottobre 2011, sono arrivata all’Oasi della Pace.

Mai nella mia vita avrei pensato di entrare in comunità.

Volevo fare questa esperienza per conoscere di più l’amore di Dio, la preghiera e vivere Medjugorje fuori dal pellegrinaggio.

In comunità, ho trovato una seconda famiglia ed ho colto quanto sia bella la vita nella sua semplicità.

Come si svolgevano le giornate in comunità?

Si prega dalle 5 alle 6 ore al giorno. Ci si sveglia alle 6. Alle 06:20, ci si ritrova nella cappella per pregare le lodi e le preghiere del mattino.

Poi si va al santuario di San Giacomo per la Santa Messa, tornati dalla messa si fa colazione e poi i lavori di comunità: dalla cucina a lavare i pavimenti, sistemare l’orto, il giardino.

Dopo il pranzo, il pomeriggio è libero, chi vuole può anche riposare, dopo si fa un’ora di Adorazione. La sera dalle 18:00 alle 19:30, ci sono i vespri, l’ufficio delle letture e il Santo Rosario. Poi si cenava.

Io ero felice, qualsiasi cosa facevo. Le giornate erano tutte uguali, però gli stessi momenti erano diversi, perché andavo ad apprezzare i piccoli particolari.

La comunità è composta da frati, suore e sacerdoti.

Quando abitavo in comunità, i ragazzi erano pochi. Io ho stretto una bella amicizia con Ania che continua tutt’ora.

Infatti tramite lei, avevo sentito parlare di Cuori Puri ed insieme abbiamo collaborato per questa iniziativa.

Adesso sei tornata a vivere a Treviso. Come si svolgono oggi le tue giornate, a differenza della comunità?

Io mi occupo di grafica e di tutto quello che riguarda la comunicazione. Questo lavoro non lo svolgo più, come facevo prima. Lo faccio saltuariamente, per avere il tempo da gestirmi per dare testimonianza di “Cuori Puri”, in giro per l’Italia.

Rispetto alla vita che conducevo in comunità, di sicuro non manca la preghiera. Vado quotidianamente a messa e recito tutti i giorni il Santo Rosario.

Ho spesso anche la valigia in mano.

La Madonna in uno dei suoi messaggi ha detto: “Per essere felici sempre, fate una vita semplice”.

Arianna, vorrei che condividessi con noi, un piccolo ricordo che risale alla tua cresima. Hai  trovato un bigliettino con delle parole di Gesù. Puoi raccontarci?

Quando ho fatto la cresima, nella mia parrocchia, ad ogni ragazzo gli veniva regalata una Croce. Su questa Croce c’era un biglietto, che era diverso dagli altri: ognuno aveva il suo.

Sul mio biglietto c’era scritto: “Che il tuo amore soccorra chi è in punto di morte perché si salvi per avvicinarlo a Dio”.

Non potevo capire cosa significasse, in quel momento, perché avevo solo 13 anni.

Però mi rendo conto adesso, di come Dio ci parla in tanti modi e sta a noi accogliere il suo messaggio.

Questo biglietto l’ho collegato alla mia amica Emily, che è nata al cielo.

Lei quando aveva scoperto che io pregavo tutti i giorni il Santo Rosario per la sua guarigione, iniziò da quel momento a pregare.

Emily non sapeva che io pregassi per lei, è stata mia mamma che un giorno trovandosi Emily a casa mia, glielo disse.

La Madonna ci chiede di essere testimoni con la vita, così anche Emily si è avvicinata alla preghiera.

Servizio di Rita Sberna