“Ero a favore dell’aborto e lesbica. A Medjugorje la mia vita è cambiata”

La chiameremo Francesca per privacy. La sua storia è un vero cambiamento radicale, un
tempo era un’anticlericale accanita, a favore della pratica dell’aborto al punto da
convincere una sua amica a praticarlo.
Francesca, all’epoca, era lesbica, le piaceva assaporare la libertà sessuale e
sperimentare il sesso libertino finchè un giorno qualcosa o qualcuno, nella sua vita, le fa
cambiare completamente direzione.

Tutto parte da un consiglio dato alla tua amica Sara, ovvero quello di abortire.
Perché l’hai spinta a farlo?

Ero una persona immersa in un ambiente progressista, pronta a promuovere ogni tipo di
diritto basato sul desiderio. Credevo nell’autodeterminazione che concede alla donna di
gestire la propria sessualità e di controllare la maternità. Per questo consigliai a Sara di
abortire: un figlio sarebbe stato un impedimento alla realizzazione personale. A
questo aspetto ideologico aggiungo anche una disinformazione ingannevole che porta a
credere che nei primi mesi di gravidanza non ci sia vita, ma solo un agglomerato di
cellule. Questo dato poi viene avvalorato dalla normativa che permette di praticare
l’aborto fino a tre mesi dal concepimento. Purtroppo, oggi si pensa che legale coincida
con morale, ma non è così.

Questa scelta che in qualche modo facesti prendere a Sara, cominciò a pesare sulla
tua coscienza. Quando ti rendesti conto che l’aborto era un qualcosa che ha
direttamente a che fare con l’interruzione di una vita?

Ad un certo punto della mia vita, dopo un pellegrinaggio a Medjugorje, partecipai a dei
seminari pro-life. Abbandonai una mentalità offuscata dal relativismo che spaccia per
bene ciò che, in realtà, è male. Oggi molte politiche pubbliche sono confezionate con
slogan contenenti termini quali diritti, libertà, modernità, società civile, ecc. Queste
parole hanno contenuti semantici che vanno a toccare le corde emotive e vogliono
trasmettere un messaggio buono, ma in realtà nascondono azioni che sono contro la
dignità e l’integrità della persona. Un esempio? Interruzione volontaria di gravidanza
(ivg) è un modo elegante per chiamare l’aborto che di fatto è un omicidio. L’aborto poi
viene annoverata nei diritti per la salute riproduttiva delle donne. Si usano termini forti
con accezioni positive come diritti e salute (chi potrebbe essere contrario?) per far
passare un’azione omicida come l’ ivg.
Grazie all’acquisizione di corrette informazioni scientifiche e morali, inizia a lavorare
sulla mia coscienza che era stata completamente piegata al relativismo nel quale
vivevo.

A tutto questo si aggiungeva il fatto di essere un anticlericale accanita: eri contro la
Chiesa, contro l’altro sesso e pian piano ti avvicinasti sempre più in complicità
sessuale con le donne …

Sì, quando una persona vive nel modernismo, di norma ha una forte avversione verso il
cattolicesimo, additato come nemico dello sviluppo culturale. Io stessa credevo in
questo e consideravo la Chiesa una struttura fatta di poteri e ricchezze che speculano
sull’ingenuità delle persone.
Riguardo le relazioni, ho vissuto dei legami affettivi con le donne perché in loro
cercavo quella parte di femminilità che in me era stata ferita. In parte, questo è
stato causato da una difficile relazioni con i genitori. Ma credo che il ruolo principale
l’abbiano avuto determinati stili di vita, quali il femminismo e la scelta di essere
fortemente abortista. Sposare una mentalità contraria alla vita produce una
lacerazione nell’identità femminile: è come se avessi rinunciato a me stessa, per
questo dentro di me si è creato un vuoto fortissimo che con il tempo ho cercato di
compensare attraverso legami omosessuali. In quelle donne cercavo ciò a cui avevo
rinunciato.

Quando ti accorgesti di essere diventata omosessuale?

Voglio precisare che non esiste un gene che identifica l’omosessualità, non è
scientificamente provato. Lo ribadisco in questa sede perché purtroppo c’è tanta
disinformazione.
Poi vorrei passare al dato culturale. Eterosessuale, omosessuale ecc. sono etichette
socialmente costruite. Se nel primo caso il dato biologico coincide con il dato culturale
(maschio diventa uomo, femmina diventa donna), nel secondo caso non è così. Il dato
biologico viene completamente cancellato per lasciare spazio solo a specifici riferimenti
valoriali. Da qui è facile poi che nascano una moltitudine di orientamenti che incasellino
i comportamenti in base al “sentire” della persona (mi sento donna, anche se sono un
uomo..fino ad arrivare a dire di sentirsi un gatto, un cane!)
Pertanto, queste etichette sono dannose perché compromettono la realtà della
persona, fino a manipolarne i comportamenti. “Se sono donna e mi attraggono le
donne, allora vuol dire che sono lesbica”: queste sono le equazioni emotive a cui siamo
sottoposti da specifiche potenze economiche che vogliono distruggere l’identità
dell’uomo per sostituirla con stili di vita manipolabili.
Dobbiamo riprendere il dato biologico perché è l’elemento di realtà che porta la
verità su ciascuno di noi.
Nasciamo maschi e femmine con tutto un set di talenti e capacità. A questo aggiungiamo
che la mascolinità e la femminilità possono essere ferite e a questo punto posso
rispondere alla domanda. Più che “diventare” omosessuale, preferisco parlare di
femminilità ferita. Se continuiamo a rapportarci per etichette senza il dato biologico
ben presente, finiamo per non capire la verità su noi stessi.

Come arrivò la chiamata ad andare a Medjugorje, visti tutti i tuoi pregiudizi sulla
Chiesa?

Mia sorella era stata a Medjugorje qualche tempo prima ed era notevolmente cambiata:
era serena, come se avesse trovato la pace nel cuore. Lei era ribelle come me, quindi
questo suo mutamenti mi spiazzò. Credevo che in questi pellegrinaggi l’avessero
plagiata, quindi quando lei e colui che poi sarebbe diventato mio marito, mi proposero
questo viaggio accettai: volevo capire in quale inganno fosse capitata. Ero convinta che
Medjugorje fosse tutta una montatura per ingannare le menti più deboli.

Cosa successe a Medjugorje? Quali furono i momenti che cominciarono a farti
mettere in discussione come donna e come figlia di Dio?

Rimani spiazzata perché tutte le mie convinzioni si sciolsero appena raggiunsi la
parrocchia: una moltitudine di persone, impressionante. Tutte accorrevano ai
confessionali o alla Santa Messa. Non mentivano e non fingevano, avevano quella gioia
che avevo letto negli occhi di mia sorella. Iniziai a pormi delle domande: se Medjugorje
fosse stata una menzogna, come poteva durare così tanto tempo? La prima guarigione
del cuore avvenne con queste domande che iniziarono a cambiare il mio sguardo su
Dio. Sono state molto importanti le testimonianze delle
persone delle varie comunità presenti a Medjugorje. Nelle loro storie vedevo anche la
mia, ma loro avevano qualcosa in più: avevano vissuto una vera esperienza dell’amore di
Dio per mezzo di Sua Madre, Maria.

Dopo Medjugorje, ti sentivi cambiata. Come avvenne il tuo cambiamento interiore?

Rientrata dal viaggio, sentii la necessità di recarmi alla Santa Messa tutti i giorni. Non mi
accostavo alla Comunione, quel pellegrinaggio mi aveva aiutato a capire che vivevo un
disordine interiore, la mia anima era molto inquinata e la profonda sofferenza e
infelicità che portavo dentro erano dei chiari segnali. La Parola di Dio, le letture della
Messa mi nutrivano e ogni parte del Vangelo sembrava riferirsi alla mia vita. Poco alla
volta, capii che la realtà nella quale ero immersa non contribuiva al mio bene, ma non
riuscivo a staccarmi dal meccanismo emotivo che vivevo con altre donne, ne ero
dipendente. Dopo molto tempo e l’accostamento ai Sacramenti quali la Confessione e
l’Eucaristia, riuscii a staccarmi da tali ambienti e poco alla volta a liberarmi da una
mentalità di morte.
Ci tengo a precisare il valore infinito di questi due Sacramenti: si viene veramente
rigenerati in Cristo che ridona vita al progetto di bene che Dio Padre ha messo in
ciascuno di noi. Lo Spirito Santo poi ravviva uno sguardo nuovo su se stessi, sulle
relazioni fino a toccare tutti i campi dell’umano.

Un cambiamento che ti ha portata oggi ad essere moglie di Davide e madre di un
bambino. Hai ritrovato la tua vera identità?

Tutta la mia vita è completamente cambiata. Le menzogne ideologiche che mi
impedivano di vedere la realtà sono state spazzate dalla verità che è Cristo.
Essere figlia di Dio rappresenta la vera identità e mettendo questo al primo posto,
tutto diventa incredibilmente nitido: chi sono, quale è il progetto che Dio ha pensato
per me. Bisogna precisare che ciò non avviene nell’immediato: la ricostruzione di se
stessi dopo una vita di inquinamento spirituale e psicologico non è facile. C’è un
continuo mettersi in gioco, con la scoperta di talenti che, a causa delle ferite vissute,
erano stati sotterrati o vissuti malamente. La conversione non coincide con un
momento, continua sempre finché non termineremo la nostra missione che, come la
Madonna ci invita a fare con i suoi messaggi, trova un senso solo se orientata alla
santità.

Guardandoti nel passato, pensi di aver vissuto per anni, ingannata dal nemico delle
anime?

Sì. Pensiero unico, modernismo, relativismo sono termini diversi per indicare una
strategia ben precisa: la distruzione dell’uomo come creatura di Dio e la sua
ricostruzione come opera di Satana. Siamo in un momento storico dove non abbiamo
più tempo, con chi decidiamo di stare?

Com’è oggi la tua posizione nei confronti dei movimenti Lgbt e delle associazioni a
favore dell’aborto?

Gli aderenti a queste organizzazioni hanno tanta sofferenza e la maggior parte di loro
non se ne rende conto. Io stessa ero così, profondamente ferita. Quindi bisogna porsi a
partire dalla loro dolore, sovente ben nascosto della protesta e della ribellione,
strumenti mutuati da ambienti radicali che sfruttano la rabbia come forza propulsiva per
dare visibilità ai movimenti. Ma, spesso, la rabbia di queste persone rappresenta il frutto
amaro di abusi e di infanzie violate. Questo viene taciuto perché è una realtà scomoda
per i gruppi di potere che usano la fragilità al fine di manipolare e destrutturare l’uomo,
con l’intento di piegare le coscienze a logiche economiche e politiche di matrice
massonica.

Rita Sberna