Attacco al cuore della Chiesa: nemmeno i santi vengono risparmiati!

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A meno di quarant’anni dal tristissimo anniversario del sequestro e della sparizione di Emanuela Orlandi e a pochi mesi dalla riapertura dell’inchiesta, nuove inquietanti ombre si ammantano sul Vaticano. Le recenti affermazioni del fratello Pietro Orlandi sono tuttavia piene di contraddizioni e di punti oscuri. In primo luogo, sembra davvero strano che rivelazioni così pesanti sulla memoria di San Giovanni Paolo II possano essere emerse con così tanti anni di ritardo, anche in considerazione dei numerosi nemici che il pontefice polacco si era fatto in vita. Quanto può essere credibile – inoltre – la testimonianza contro il Papa da parte di un ex componente della banda della Magliana?

In questa storia, tuttavia, le incongruenze non finiscono qui. Perché Orlandi, dopo aver riferito parole così orribili su Karol Wojtyla, si è detto dispiaciuto di averle pronunciate, puntualizzando anche che “non riguardano l’inchiesta su Emanuela”? Perché il fratello della ragazza scomparsa, con una certa nonchalance, si è affrettato a dire che papa Francesco “ha fatto bene a difendere Wojtyla dalle accuse formulate da Marcello Neroni”? Che ruolo Orlandi stia giocando e da che parte stia, non è affatto chiaro. Non c’è alcun dubbio, in ogni caso, che qualcuno lo sta usando. Tutto lascia pensare che, a dispetto del tweet di Bergoglio a difesa della credibilità e santità del suo predecessore, sia in atto un tentativo di screditare la Chiesa dall’interno. Se è vero che i nemici esterni della Chiesa sono innumerevoli, è altrettanto vero che le “serpi in seno” sono coloro che, storicamente, hanno sempre inflitto le ferite più dolorose. A partire da Giuda Iscariota.

Sono tutti esterni, invece, almeno in apparenza, i nemici della Comunità Shalom, da un paio di settimane nel mirino di testate laiciste come Fanpage e Piazza Pulita. In modo particolare, la trasmissione di La7 non ha esitato a usare mezzi spregiudicati, nell’insinuare accuse di maltrattamenti ai danni di ospiti della comunità da parte della fondatrice di suor Rosalina Ravasio.

San Giovanni Paolo II e suor Rosalina Ravasio, il primo in Cielo, la seconda ancora qui su questa terra, sono accomunati – fino a prova contraria – dal destino di chi semina il bene e, molto spesso, riceve in cambio badilate di fango. Sullo sfondo, prende forma l’attuale strategia del Nemico: provare a screditare grandi figure carismatiche per scandalizzare i semplici, avvelenandone la fede e gettandoli nello sconforto. Cercano di colpirne uno, per affondarne cento. Anche se – cosa che appare estremamente improbabile – il Papa polacco e la fondatrice di Shalom risultassero colpevoli, una verità sarebbe incontrovertibile: entrambi hanno acceso il sacro fuoco di Gesù Cristo in centinaia, anche milioni di persone. Se fosse un bluff persino la vita di due persone così, non avrebbe senso nemmeno la nostra fede. Altra certezza inscalfibile: lo scatenamento del demonio, che sa di avere poco tempo a disposizione per i suoi piani distruttivi, è un segno del grande combattimento escatologico che, passando attraverso un’inevitabile tribolazione, prelude al trionfo del Cuore Immacolato di Maria.