Intervista sul libro autobiografico dell’attrice (ex tata di Un medico in Famiglia) Beatrice Fazi, dal titolo “Un cuore nuovo”, in cui Beatrice racconta i suoi vissuti senza la fede ed il suo cuore nuovo, dopo aver incontrato Gesù.
Beatrice Fazi è attrice di cinema, teatro e televisione, vive a Roma da più di vent’anni, è sposata con PierPaolo ed è in attesa della sua quarta bambina.
A seguire l’intervista.
Nella tua adolescenza eri lontana da Dio, addirittura c’è stato un periodo della tua vita in cui hai fatto uso di sostanze stupefacenti …
Ho cominciato (come d’altronde quasi tutti i ragazzi) a ribellarmi alle regole. Avevo una spinta verso il bene, le cose belle e buone, ma venivo delusa dallo scontro con la realtà, così cominciai a cercare un emozione forte nel posto sbagliato.
Cominciai a frequentare degli amici particolari che avevano un atteggiamento ribelle, iniziai a fumare il primo spinello, poi cominciai a bere. Cercavo di essere anche io apprezzata dal gruppo.
L’adolescenza è un età difficile e basta poco per deragliare. Grazie a Dio, però non ho mai abusato di droghe pesanti però ho fatto delle esperienze mediante le quali, andavo alla ricerca dello “sballo”.
Hai praticato anche il buddismo?
Sono stata sempre una persona che ha cercato risposte, avevo tante domande dentro di me, scaturite dal contrasto di ciò che tenevo dentro e anche di ciò che aveva nutrito il mio spirito attraverso l’arte, la letteratura, la musica e i sogni che tutti coltiviamo. Invece la realtà era mediocre ed un po’ menzognera.
Sono nata in una famiglia cattolica ed ho ricevuto i sacramenti, ma allontanandomi dalla chiesa, ho cercato di nutrire altrove il mio spirito fino ad imbattermi nella filosofia buddista, che in un primo periodo mi sembrava che mi stesse dando ciò che mi aspettavo per poi deludermi nuovamente.
Ho abbandonato presto la pratica continuando a cercare, ed ho fatto altre esperienze con filosofie orientali, attraverso quella mentalità che oggi si riscontra nel “New Age”, la meditazione, senza mai esserne convinta.
Un giorno entrando in una chiesa di Via del Corso, succede qualcosa in te …
Entro un giorno in una chiesa semplicemente per riposarmi dallo sfinimento di una lunga camminata che stavo percorrendo dal quartiere Flaminio dove abitavo fino a Via del Corso.
Ho visto le porte di questa chiesa aperte, sono entrata per riposare le membra, ed invece ho visto che c’erano dei fedeli in Adorazione d’innanzi il Santissimo, distrattamente mi sedetti all’ultimo banco, finchè il mio sguardo non venne catturato da questa particola.
Successe qualcosa dentro di me, in quel momento era come se mi sentii accolta, abbracciata, desiderata. Iniziò un dialogo interiore dentro il mio cuore, come se qualcuno mi stesse dicendo in quell’istante “Finalmente ti sei accorta di me, finalmente sei qua”. Mi sono sentita voluta bene, ed in realtà tutto l’amore che disperatamente avevo cercato nelle persone sbagliate e nei posti sbagliati … era proprio lì davanti a me.
Cominciai a piangere e rimasi lì fino a quando non esaurii l’ultima lacrima. Nonostante quel momento, poi scappai dalla chiesa senza aver dato ascolto a quell’emozione e a quella voce.
Ti sei avvicinata a Dio tramite l’incontro di una tua compagna di università …
Esattamente, quando la incontrai ho visto in lei, una persona davvero risorta e sazia; aveva saziato quella fame che io stessa nutrivo. L’ho vista trasfigurata!
L’ho vista davvero felice e serena, nei suoi occhi ho letto la stessa emozione che avevo poi visto in uno dei ragazzi che ho incontrato dei Papaboys che erano a Roma durante la GMG.
Ho visto in Laura, una luce particolare nei suoi occhi e mi sono incuriosita. Lei mi ha invitata ad incontrare un sacerdote e da quel momento in poi … è iniziata la mia conversione attraverso la confessione con quest’uomo.
A 20 anni hai praticato un aborto. Sei riuscita subito a perdonarti e a comprendere la gravità del gesto?
Per tanto tempo ho pensato (essendo anche influenzata da chi avevo accanto) che fosse stata la cosa giusta. Quando confessai a quest’uomo che era molto più grande di me, che ero incinta se ne lavò subito le mani, come se questa cosa non lo riguardasse.
Avevo 20 anni e mi spaventai, mi sono vista una bambina ed il pensiero di dirlo ai miei genitori mi faceva vergognare.
Inconsciamente dentro me, percepivo che stavo facendo la cosa sbagliata, ma l’ho capito molto tempo dopo e questo ha causato molte conseguenze.
Avevo un dissidio interiore fortissimo, mi ha portata ad avere dei disordini alimentari che era lo specchio dei disordini emotivi; io non mi accettavo!
Ci sono tante motivazioni che portano una donna ad abortire, non bisogna mai giudicare la persona, ma per me è stata un esperienza devastante e devo dire che molte persone mi contattano privatamente, dicendomi che per molti anni anche loro hanno sofferto per lo stesso male.
Sono stata per tanto tempo a giudicare me stessa e a non perdonarmi, invece ho trovato il perdono proprio dove credevo di trovare il giudizio più aspro e forse quel pianto in chiesa ed il fatto che ero fuggita, era perché non mi sentivo degna di stare davanti a Dio.
Ho capito che non c’è nulla di irreparabile e che la nostra vita può ricominciare prendendo il binario che abbiamo lasciato, ed andare nella giusta direzione.
Dio mi ha liberata da questo fardello, lo ha inchiodato sulla Croce con Lui.
Poi vieni a conoscenza delle catechesi tenute da Don Fabio Rosini sui 10 comandamenti. E’ stato l’ incontro con Don Fabio che ti ha fatto comprendere lo stato di peccato in cui vivevi?
Esattamente, faccio quest’incontro con Don Fabio Rosini quasi per superstizione. Sono entrata in chiesa perché ero incinta della mia prima figlia, convivevo con Pierpaolo perché lui era già stato sposato in chiesa. Eravamo in una condizione di peccato.
Allo stesso tempo, avevo un grande senso di colpa per l’aborto commesso, sentivo vacillare le mie forze e cominciavo a sentire anche un senso di morte.
Decido di confessarmi con Don Fabio e questo sacerdote non mi diede l’assoluzione dicendomi che non potevo ricevere la comunione proprio perché convivevo con PierPaolo che pur essendo ateo, si era sposato in chiesa.
Per me ciò che mi aveva detto il sacerdote poteva rappresentare una porta chiusa, ed invece Don Fabio mi annunciò una salvezza, mi disse che io ero chiamata a portare avanti il progetto di Dio che ha su ogni anima da Lui creata, pur essendo nella mia posizione di peccato, ero chiamata alla Santità.
Mi aggrappai subito a questa promessa e grazie a quella confessione aprii gli occhi, l’accolsi e l’accettai.
Gli chiesi cosa avrei dovuto fare e mi disse di andare a messa la domenica e di seguire le sue catechesi sui 10 comandamenti.
Avete praticato insieme a PierPaolo un periodo di castità prima del matrimonio avvenuto nel 2008. Raccontaci.
PierPaolo due anni dopo si è convertito ed insieme siamo stati ad un pellegrinaggio. E’ stato proprio in quel periodo che ho voluto fare una follia, dicendo un “Amen” nella mia vita al Signore, volevo essere come Lui mi voleva.
Abbiamo fatto un periodo di fidanzamento casto, siamo andati a ritroso del nostro rapporto.
Abbiamo capito a quale speranza e a quale profondità siamo chiamati.
Abbiamo messo Cristo in mezzo a noi.
Sei a contatto con la realtà del Rinnovamento nello Spirito. Salvatore Martinez, ti ha soprannominata “Catecumena Rinnovata”. Ci spieghi meglio?
Ho avuto la grazia di conoscere Salvatore Martinez e sua moglie Luciana, grazie al fatto che spesso vado in giro per l’Italia a portare la mia testimonianza. Ho collaborato con loro, mi hanno invitata nelle loro comunità a dare la mia testimonianza ed anche a Rimini.
Si è creato un legame affettivo molto profondo. Con loro ho condiviso dei momenti di preghiera bellissimi.
Ho trovato nei fratelli di Rinnovamento una grande accoglienza ed un profondo rispetto per me che provenivo da un cammino differente ovvero quello neocatecumenale. Siamo tutti membra dello stesso corpo che è la Chiesa.
Cosa vuoi trasmette ai tuoi lettori con il libro “Un cuore nuovo”?
Ciò che auguro a tutti i lettori è che capiscano che la cosa più preziosa che abbiamo è la relazione tra noi, tra fratelli e figli dello stesso Padre.
Servizio di Rita Sberna