Catalina Rivas e’ una mistica che vive in Bolivia, sin dagli anni 90 riceve le stigmate che le sanguinano soprattutto il venerdi’ Santo, ricevette anche dei grandi doni mistici da nostro Signore.
Come lo e’ stato per altri veggenti e mistici (i pastorelli di Fatima, Maria Valtorta e molti altri) il Signore le affida degli insegnamenti specifici di cui ella stessa renderà conto prima alla Santa Madre Chiesa in segno di obbedienza ed umiltà, come testimonia l’imprimatur dell’Arcivescovo di Cochabamba, Mons. Renè Fernàndez Apaza, ricevuto riguardo ai suoi scritti, e poi divulgandoli ai fedeli.
La Rivas ha avuto apparizioni di Gesu’ e dai suoi scritti, e’ nato successivamente, il libro ” La Grande Crociata” che riporta i messaggi che Catalina riceveva, di natura profonda e teologica, e la donna non aveva terminato di frequentare le scuole. Questi scritti poi riceveranno anche l’imprimatur del vescovo.
La Santa Messa
Dai suoi scritti e le sue esperienze mistiche, apprendiamo alcuni momenti di profonda grazia che ella viveva, descrivendo cio’ che vedeva e sentiva nel cuore, in alcuni diversi momenti della santa messa.
Inizio della Celebrazione Eucaristica
Catalina racconta: “Era la vigilia del giorno dell’Annunciazione ed alcune signore del gruppo di preghiera non riuscendo a confessarsi decisero di farlo l’indomani prima della Santa Messa. Quando il giorno seguente giunsi in chiesa un po’ in ritardo il Signor Arcivescovo ed i sacerdoti stavano già entrando sull’Altare quando la Vergine (apparendole => n.d.r.) con la sua voce dolce e soave che raddolcisce l’anima mi disse: «Oggi per te è un giorno di apprendistato e voglio che tu faccia molta attenzione perché, di ciò che sei testimone oggi, tutto ciò che vivrai in questo giorno, dovrai farne partecipe l’umanità». Rimasi sorpresa senza comprendere, ma cercando di essere molto attenta. La prima cosa della quale mi resi conto era un coro di bellissime voci che cantavano, come se venisse da lontano; in alcuni momenti la musica si avvicinava, come se si trattasse di un suono portato dal vento”.
«Credi forse che tu, da ieri sera, non abbia offeso il Signore? Lascia che ti ricordi alcune cose. Quando stavi uscendo per venire qui, la ragazza che ti aiuta ti si avvicinò per chiederti alcune cose, e poiché eri in ritardo, sbrigativamente le rispondesti in modo non molto cortese. È stata una mancanza di carità da parte tua, e dici di non aver offeso Dio…?»«Nella strada che hai fatto per venire fin qui, un autobus ha intralciato la tua strada e ti ha quasi urtato e tu hai detto un’abbondante quantità di cose contro quel pover’uomo, invece di venire in Chiesa facendo le tue orazioni, preparandoti per la Santa Messa. Hai mancato di carità e hai perso la pazienza e la pace. E dici di non aver offeso il Signore…?»«E arrivi all’ultimo momento, quando già la fila dei celebranti sta uscendo per celebrare la Messa… e stai per parteciparvi senza una previa preparazione…»– Va bene, Madre mia, non mi dire di più, non ricordarmi altre cose, altrimenti morirò immediatamente di vergogna e di dolore – risposi.
«Perché arrivare all’ultimo momento? Dovreste essere qui prima, per poter fare una preghiera e chiedere al Signore di mandare il Suo Santo Spirito, perché vi conceda uno spirito di pace che scacci via lo spirito del mondo, le preoccupazioni, i problemi e le distrazioni, e poter essere così capaci di vivere questo momento tanto sacro. Invece, arrivate quasi all’inizio della celebrazione e vi partecipate come se andaste ad assistere ad un evento qualsiasi, senza nessuna preparazione spirituale. Perché? È il Miracolo più grande, e voi avete la possibilità di vivere il momento del più grande regalo da parte dell’Altissimo, ma non lo sapete a apprezzare.»
È bastato così. Mi sentivo così male che fu più che sufficiente perché chiedessi perdono a Dio, non solamente per le colpe di quel giorno, ma per tutte le volte che, come moltissime altre persone, ho aspettato che terminasse l’omelia del sacerdote per entrare in Chiesa. Per tutte quelle volte che non ho saputo o che ho rifiutato di capire che cosa significava essere lì, e per quelle altre volte che, essendo forse la mia anima piena di peccati più gravi, avevo osato partecipare alla Santa Messa”.