Dio ci vuole felici, Satana no…

Dio ci vuole felici, Satana no…
Foto: CC0 Pixabay

Charles Baudelaire (1821-1867) affermava che “la più grande astuzia del diavolo è farci credere che non esiste”. Gli faceva eco, quasi un secolo dopo, il suo connazionale André Gide (1869-1950): “Non credo nel diavolo; ma è proprio quello che il diavolo spera: che non si creda in lui”. Scrittori laici ma di grandissima onestà intellettuale. Non è necessario avere una fede o una formazione cristiana di ferro, per arrivare a cogliere alcune verità imprescindibili sull’uomo, su Dio e, per l’appunto, anche sul demonio. Parimenti, è altrettanto vero che, tra tanti cattolici praticanti, la preparazione su queste verità ultime è piuttosto lacunosa.

Essendo “menzognero fin dal principio”, il demonio trionfa non solo quando non si parla di lui ma anche quando se ne parla a sproposito o banalizzandolo. Forse sarà solo una coincidenza (sappiamo bene, però, che il caso non esiste…) ma è proprio quando nelle parrocchie si è smesso di parlare dei Novissimi e della dannazione eterna, che il demonio è entrato nell’immaginario delle masse. Rock satanico, sette sataniche, esoterismo a buon mercato, occultismo per tutti. I simboli del maligno sono diventati decisamente pop. Il demonio si intrufola nei meandri della nostra quotidianità, attraverso l’industria dei miti, la musica, il cinema, gli influencer. Condiziona inconsapevolmente le abitudini e gli stili di vita dei giovani, trascinandoli in giochi pericolosi che spesso sfociano nella tragedia.

Sbaglieremmo di grosso, però, se pretendessimo di conoscere l’azione del maligno nella vita delle persone, a partire dalla sua azione straordinaria. Le messe nere, le possessioni diaboliche e gli esorcismi sono una realtà fattuale e diffusa ma non rappresentano affatto il nostro punto di partenza nella scoperta di questo mondo inquietante. Sarebbe importante che ogni cattolico praticante trovasse la determinazione di affrontare l’argomento con il proprio parroco o con la propria guida spirituale, ogniqualvolta sia opportuno. Ovviamente evitando inutili morbosità e afferrando sempre l’argomento “con le pinze”. Come ha ben spiegato monsignor Giovanni D’Ercole, intervistato la settimana scorsa da Cristiani Today, è importante che rimanga salda una certezza: “L’inferno esiste, il paradiso esiste, il diavolo esiste”. Se si arriva ad ipotizzare l’inesistenza del demonio, si genera parecchia “confusione” e si fa un torto a chi con Satana deve lottare quotidianamente nelle forme straordinarie della possessione e della vessazione.

Un punto debole della lotta contro il maligno, com’è noto, è la scarsità di esorcisti nelle nostre diocesi. Un ministero che, come ha spiegato lo stesso monsignor D’Ercole, presuppone “maturità umana”, “capacità di discernimento”, “profondità spirituale” e “capacità dottrinale”. Nel difficile confronto con il “nemico di Dio” per eccellenza, sono necessarie la “forza della fede” e l’“umiltà dell’amore”. Nella certezza che Satana è già stato sconfitto: sulla croce, “Gesù l’ha inchiodato, l’ha vinto”. Il demonio è come un “cane arrabbiato” e legato a una catena, a cui non bisogna mai avvicinarsi nemmeno per scherzo, né per curiosità. La vera essenza dell’inferno, ha aggiunto D’Ercole, è comunque nell’“assenza di Dio”, la quale, a prescindere che si creda o no, fa “soffrire in modo drammatico”. Pertanto “se scegliamo l’inferno”, scegliamo l’assenza di Dio. Le parole del vescovo emerito di Ascoli Piceno confermano una verità fin troppo poco ribadita: “Il demonio vuole vedere le persone tristi”, mentre Dio, al contrario, vuol vederle “felici” e “abbandonate alla sua volontà”.

L’intervista rilasciataci da monsignor D’Ercole, assieme al recente libro della nostra Rita Sberna, Inferno: la tragica scelta (Edizioni Segno), di cui il vescovo ha firmato la prefazione, offre un’ottima road map per uscire dal labirinto dell’iniquità, in cui prima o poi tutti – complice il peccato originale – finiamo per smarrirci. Le storie riportate da Rita nel suo volume sono paradigmatiche e meravigliose. Ci ricordano che la santità è anche lottare faccia a faccia col maligno. Santa Gemma Galgani, San Pio da Pietrelcina e molti altri venivano vessati dal demonio quasi quotidianamente. È però una lotta che non si combatte mai in due: l’uomo, molto più debole dell’angelo decaduto e della sua progenie, ha bisogno di un Alleato. E, se vuole, può trovarlo in Dio, l’unico in grado di sconfiggere Satana per sempre. Inferno: la tragica scelta riporta l’ultima intervista in esclusiva di padre Gabriele Amorth, prima della morte. Tratta quindi il tema dell’esorcismo sotto ogni prospettiva, offrendone una definizione inequivoca e menzionandone vari sorprendenti aneddoti.

L’azione del maligno nelle nostre vite è subdola e perniciosa e occorre fare discernimento per riconoscerla. Non occorre arrivare ad episodi estremi, né a coinvolgimenti in sette sataniche. Travestendosi da “angelo di luce”, il demonio si insinua spudoratamente in tutti i contesti possibili, compresa la sfera del sacro. Eppure, paradossalmente, Satana ha un ruolo provvidenziale: una volta che l’abbiamo conosciuto o anche solo intuito la sua presenza, sarà più facile, per contrasto, apprezzare quanto la vita con Dio al nostro fianco sia molto più bella.