Nato a Napoli il 6 ottobre 1882 da Raffaele e Silvia Valle. Fu il Padre a scegliere il suo singolare nome. Molti anni più tardi fu lui stesso a spiegarne il significato: “Fui chiamato Dolindo, che significa dolore […]”. Per il giovane Dolindo fu un vero programma di vita. Il dolore fu il suo migliore amico.
A 11 mesi la prima operazione alle ossa delle mani e, poco più tardi, una nuova operazione al viso per un tumore. Ma il dolore per Dolindo non fu solo fisico. Le modeste condizioni economiche della famiglia e il carattere autoritario e avaro del padre resero l’infanzia del futuro Servo di Dio un vero tormento. Nel 1896, a seguito della separazione dei genitori, Dolindo ed il fratello Elio, vennero affidati alla Scuola Apostolica dei Preti della Missione nel quartiere napoletano della Sanità. Il 24 giugno 1905 venne ordinato sacerdote e celebrò la sua Prima Messa il giorno seguente, assistito dal fratello Elio già sacerdote. Fu un uomo di grande cultura, autore di un Commento alla Sacra Scrittura di ben 33 volumi, e di molte opere di teologia e mistica. Purtroppo anche i suoi scritti furono causa di persecuzione. Fu accusato di eresia e i suoi scritti furono contestati a causa del metodo esegetico usato che mirava a ricomporre il divario tra scienza e fede.
Se, però, da un lato fu osteggiato da alcune istituzioni ecclesiastiche, dall’altro godette di fama di santità in vita. Santo Padre Pio da Pietrelcina disse ad alcuni fedeli napoletani andati in pellegrinaggio da lui «Perché venite qui, se avete don Dolindo a Napoli? Andate da lui, egli è un santo». Si narra anche che un giorno i due si incontrarono e Padre Pio nell’abbracciare il presbitero napoletano disse che in lui c’era tutto il Paradiso. Don Dolindo ebbe anche tutti i segni premonitori della Santità: apparizioni celesti, bilocazione, predizione e esorcismi. Molti a Napoli lo ricordano ormai anziano e provato dalla sofferenza, girare con una rozza borsa auto costruita contenente delle pesanti pietre che portava sempre con se per penitenza. Le definiva le perle per il Paradiso.
Sebbene conobbe molti detrattori, intorno a lui fiorì una vasta comunità cristiana composta da gente del popolo ma anche da professionisti e scienziati in vista. Questa comunità diede vita all’Opera per L’Apostolato della Stampa” che ebbe il compito di diffondere gli insegnamenti del Ruotolo. Tra le sue opere più belle vi è, certamente, il famoso Atto di Abbandono a Gesù dove con parole molto semplici e dirette viene affrontato il complesso e fondamentale tema della fiducia dell’Uomo verso Dio. “Gesù pensaci tu” è il manifesto di una visione del rapporto creatura/Creatore dolce, serena, ubbidiente e proficua. Padre Dolindo tornerà alla casa del Padre il 19 novembre 1970.
Le spoglie mortali sono custodite a Napoli nella Chiesa di San Giuseppe dei Nudi. La tradizione popolare vuole che i fedeli bussino tre volte alla sua tomba per essere ascoltati dal dolce sacerdote che, secondo i disegni divini, dispensa grazie e aiuti. Per i napoletani e per tutti coloro che si trovassero nel capoluogo partenopeo la Chiesa Via Salvatore Tommasi è sicuramente un posto da visitare.
Domenico Catuogno