“Dopo il suicidio del marito, si converte grazie a Don Tonino Bello e va Medjugorje”

“Dopo il suicidio del marito, si converte grazie a Don Tonino Bello e va Medjugorje”

Anche tu più volte sei stata tentata nel farla finita. Cos’è, che grazie a Dio ti ha risparmiata?
Si molto. Non avendo supporto e conforto da nessuno, mi sentivo sola. Ho amato tanto mio marito, lui era la mia famiglia, la mia forza e non accettavo la sua morte. Non essendo vicina a Dio e Gesù ed essendo lontana dalla fede, non hai punti di riferimento.
Il suicidio non è una morte desiderata da Dio, per cui avevo dubbi non sapevo se mio marito fosse in cielo. Così ho cominciato ad andare a messa, e pian piano, mi sono avvicinata grazie al fatto che andando a messa, mi sentivo vicina a mio marito.
All’inizio non riuscivo ad andare a messa con facilità, avevo mille ostacoli e ritardi, impedimenti che a volte non riuscivo a capire. Una volta arrivata a messa, mi sentivo torturata ma allo stesso tempo mi sentivo bene.
La gente parlava e mi condannava, voleva a tutti i costi, dare un motivo al suicidio di mio marito, così mi etichettavano.

Tramite la figura di Don Tonino Bello ti avvicinasti alla fede. Ci racconti?
Ad un anno dalla morte di mio marito, continuavo tutte le domeniche a partecipare alla Santa Messa, e una domenica delle tante, incontro la Presidente dell’Associazione di Don Tonino Bello, che mi propone di danzare “L’ala di riserva” d’innanzi alla tomba del Vescovo (la tomba aveva una forma circolare e non sembrava nemmeno di essere in un cimitero).
“L’ala di riserva” è uno dei più bei testi che Don Tonino ha scritto, ed in quel testo mi ritrovo tantissimo perché parla di un gabbiano con un’unica ala, perché l’altra ala è riservata a Dio e se vogliamo essere liberi di volare, dobbiamo farlo abbracciati a Lui.
Questo testo mi ha dato tanta serenità. Così ho accettato, ed ho indossato per l’occasione una tunica bianca e parte del corpo ero truccata da gabbiano, l’altra parte rappresentava me stessa.
Ho iniziato danzare sulle parole di quel testo. Ricordo che quel giorno c’era un bel sole a riscaldarmi la testa e la mente. Mentre danzavo, comincio a sentire che non stavo danzando ma pregando, stavo esorcizzando la morte.
Dio per chiamarmi a sé, ha utilizzato la figura di Don Tonino Bello.

Ad agosto del 2011, vai per la prima volta a Medjugorje insieme a tua madre e a tuo figlio. Proprio in quel luogo, notasti qualcosa di strano in tua madre?
Andando a Medjugorje, ho scoperto la figura di mia madre. E’ stata sempre una figura molto forte nella mia vita e con gli anni è cambiata, ho un bel ricordo di lei durante la mia infanzia.
Quando ha iniziato a gestire l’azienda di mio padre, ha iniziato a vedere la vita sotto l’aspetto economico ed ha perso il punto di vista familiare ed affettivo. Ha sempre cercato di soffocare la mia vita, non ero libera di compiere le mie scelte per paura di deluderla.
In quel pellegrinaggio si è rivelata molto possessiva, cercava di tenermi sotto controllo. Ho altri 2 fratelli ma io sono quella più sensibile, la figlia che è stata sempre più soffocata.
Ricordo che a Medjugorje dovevo indossare una maglietta di una mia cara amica, ma mia madre si oppose e così decisi di togliermela. Prima di salire il Podbrodo, mi resi conto che a me quella maglietta mi trasmetteva gioia, c’era di mezzo un amicizia, per cui questa opposizione di mia madre mi sembrò assurda e per la prima volta, mi ribellai a lei, indossando quella maglietta contro il suo volere.
Mi sentii improvvisamente libera.
Una volta salita sul Podbrodo, la raggiunsi e me ne andai per una strada opposta da dove si dirigeva il mio gruppo.
Avevo paura di scendere sola, ma a metà strada mi fermai e sentii una voce bellissima che mi diceva “Non temere, non tornare indietro sui tuoi passi, vai avanti”.
Dopo la morte di mio marito, sono cresciuta in fretta e con l’aiuto di Dio ho ripreso in mano la mia vita.