È l’ora della Pace: ma non come ce la dà il mondo…

Guerra in Ucraina - Villaggio di Novoselivka nei pressi di Chernihiv
Foto: Oleksandr Ratushniak / UNDP Ukraine (Flickr)

Segniamoci tutti questa data: 25 gennaio 2023. È accaduto tutto lo stesso giorno. Il presidente americano Joe Biden annuncia l’invio in Ucraina di 31 carri armati Abrams, che si affiancano ai 14 Leopard 2 predisposti, dopo una fase di riluttanza, dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. “Sono i tank più potenti al mondo”, ha sottolineato Biden con una punta di soddisfazione, dopo aver ricevuto, al termine di una “lunga conversazione”, l’ok dello stesso Scholz, del presidente francese Emmanuel Macron, del premier britannico Rishi Sunak e della presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni. L’alleanza ucraino-atlantica è ormai una realtà operativa. “Ho parlato oggi con il Segretario Generale della Nato Jens Stoltenberg. Dobbiamo aprire la fornitura di missili a lungo raggio all’Ucraina, è importante: dobbiamo anche espandere la nostra cooperazione nell’artiglieria” e rendere possibile “la fornitura di aerei per l’Ucraina”, ha dichiarato il presidente ucraino Volodymir Zelensky.

È solo l’inizio di un’escalation militare, in cui l’Occidente e le Nazioni Unite inizieranno a mandare sempre più mezzi militari per un conflitto di cui la soluzione ormai non si intravede nemmeno da lontano, per un motivo tanto semplice, quanto inquietante: la pace non fa “comodo” a nessuno. Lo ha ribadito recentemente, intervistato dalla Nuova Bussola Quotidiana, anche l’arcivescovo cattolico (italiano) di Mosca, monsignor Paolo Pezzi: “La pace di questo mondo non funziona… l’abbiamo visto, purtroppo, tante volte: l’unica a funzionare veramente è la Pace di Cristo”, la quale implica una disponibilità di almeno una delle parti a perdere qualcosa dei propri tornaconti: in altre parole, a salire sulla croce per il proprio nemico. Al tempo, stesso, ha aggiunto l’arcivescovo, “occorre accogliere una dimensione che non è nostra” e sperimentare realmente che “questa pace è più conveniente dell’immagine che ho” e “degli interessi che voglio difendere, fossero anche i più buoni”. Che possa accadere ciò, sarebbe “solo un miracolo”, tanto è vero che da nessuna delle parti in causa si sente parlare di un “perdono a priori”.

Se la terra è in subbuglio, il Cielo si anima di una santa inquietudine, propria delle madri in ansia per il destino dei propri figli. Questo il messaggio della Regina della Pace trasmesso alla veggente Marija di Medjugorje, lo stesso giorno dell’invio dei tank occidentali in Ucraina: “Cari figli! Pregate con me per la pace perché satana vuole la guerra e l’odio nei cuori e nelle nazioni. Perciò pregate e, nelle vostre giornate, fate sacrifici con il digiuno e la penitenza perché Dio vi doni la pace. Il futuro è al bivio perché l’uomo moderno non vuole Dio. Perciò l’umanità va verso la perdizione. Voi, figlioli, siete la mia speranza. Pregate con me affinché si realizzi ciò che ho iniziato a Fatima e qui. Pregate e testimoniate la pace nel vostro ambiente e siate uomini di pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

È la prima volta che la Madonna invoca la preghiera e il digiuno per la pace e mette in guardia da satana, primo fomentatore di ogni guerra materiale e spirituale? Certo che no. Le coincidenze temporali, però, sono importanti e non avvengono mai per caso. Cristiani Today non è un sito di analisi geopolitica e non è nel nostro ruolo paventare le possibili soluzioni diplomatiche di un conflitto così duro, complesso ed epocale. Dove finisce il nostro ruolo di operatori della comunicazione, però, inizia quello di apostoli del terzo millennio. “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14,27). Questa frase di Gesù l’abbiamo sentita centinaia di volte. È tempo di parlarne apertamente e, soprattutto, di metterla in pratica, una volta per tutte. Bisogna farlo adesso, però. Domani potrebbe essere troppo tardi.