Gli esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola sono una pratica e non un trattato di spiritualità. Ecco alcuni consigli per come praticarli.
Sant’Ignazio di Loyola è conosciuto come un santo “guerriero” poi convertitosi al cattolicesimo, è proprio lui che ci ha lasciato in eredità i famosi “esercizi spirituali” che fanno tanto bene all’anima.
E’ uscito anche un’interessante docufilm, distribuito dall’editrice Shalom “Un cavaliere diventato Pellegrino”, a cura di Antonella Luberti in cui sant’Ignazio di Loyola viene raccontato in maniera inedita da teologi, giornalisti e religiosi attraverso testimonianze.
Tra le varie testimonianze vi è quella di padre Gaetano Piccolo, gesuita, professore della Facoltà di Filosofia dell’Università Gregoriana che ci fa comprendere sia cosa sono questi esercizi spirituali ma anche la loro importanza.
Questo è ciò che dice padre Gaetano in merito agli esercizi spirituali di sant’Ignazio: «Sant’Ignazio non scrive un trattato di spiritualità, ma ci fornisce un cammino con delle indicazioni per poter fare noi l’esperienza di incontrare noi, nel silenzio, il Signore, alla luce della Parola di Dio».
Sant’Ignazio e la differenza tra esercizi spirituali ed esercizi fisici
Sant’Ignazio propone degli “esercizi spirituali” che ovviamente sono differenti dagli esercizi fisici che sono riferiti al correre, camminare ecc … Gli esercizi spirituali invece ci aiutano a fare esperienza di Dio.
Sant’Ignazio ha iniziato a scrivere gli esercizi spirituali in un periodo importante della sua vita, dopo la conversione e durante l’assedio di Pamplona in cui venne ferito.
Come sono strutturati gli esercizi spirituali e come si svolgono
Intanto bisogna precisare che sono esercizi spirituali che possono fare tutti, detto questo, padre Gaetano Piccolo spiega meglio come poterli praticare: «Gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio durano un mese e ogni settimana ha un tema. Ogni giornata, secondo la proposta di Sant’Ignazio, ha alcuni momenti in cui colui che dà gli esercizi fornisce alcuni spunti per la preghiera. Ci presenta i testi della Parola di Dio, l’oggetto della nostra preghiera. Poi è la persona che ritirandosi da sola, considerando quanto gli è stato presentato, da sola pratica questi esercizi».
Continua padre Gaetano – “Quindi gli esercizi spirituali di Sant’Ignazio non si ascoltano, ma si fanno. La persona che fa gli esercizi è invitata a vivere cinque momenti di preghiera durante la giornata. L’ultimo di questi, che Ignazio propone di fare prima di andare a dormire, è quello che chiama la ripetizione. Non è banale, ma si torna su uno dei momenti di preghiera della giornata per andare più in profondità ed avere un contatto più intenso con Dio”.
Sant’Ignazio inoltre invita alla meditazione o contemplazione del testo biblico, lasciando spazio all’immaginazione ed essendo capaci anche di entrare nel vero e proprio stato di discernimento.
fonte. Gaudium press di Rita Sberna