All’udienza generale Francesco comincia un nuovo ciclo di catechesi sui dieci comandamenti. Accettare i propri limiti per poter crescere e diventare adulti.
Il Papa per spiegare come arrivare alla vita vera ha preso come riferimento i dieci Comandamenti , un vero e proprio passaggio che serve ad arrivare a una vita piena, vissuta pienamente ed evitare le illusioni che la giovinezza porta’ dentro di se.
Il pericolo piu’ grande ci dice Francesco non sono i tanti problemi, ma la mediocrità, la pusillanimità. I giovani devon avere “sana inquietudine e fame di vivere una vita autentica”. A fine udienza il Papa fa un appello ai mondiali di Russia che si aprono domani, auspicando che siano occasione di “incontro,dialogo e fraternità”.
La voglia di vivere: alcuni pensano che sia meglio spegnere questo impulso, perché pericoloso, ma vorrei dire, specialmente ai giovani: il nostro peggior nemico non sono i problemi concreti, per quanto seri e drammatici: il pericolo più grande della vita è un cattivo spirito di adattamento che non è mitezza o umiltà, ma mediocrità, pusillanimità. Un giovane mediocre è un giovane con futuro o no? No! Rimane lì, non cresce, non avrà successo. La mediocrità o la pusillanimità. Quei giovani che hanno paura di tutto: “No, io sono così …”. Questi giovani non andranno avanti.
Come arrivare a tutto ciò? Quanti giovani cercano di “vivere” e poi invece non vivono veramente? Bisogna avere mitezza,forza, e niente mediocrità e pusillanimita’. “Bisogna vivere e non vivacchiare” diceva il grande Pier Giorgio Frassati.
Il giovane non deve fermarsi, ma andare avanti, avere la giusta inquietudine per una vita piena di bellezza e di colore. Se i giovani non saranno affamati di vita autentica, mi domando dove andrà l’umanità? Dove andrà l’umanità con giovani quieti, non inquieti?».
Il Papa si è domandato anche «come si passa dalla giovinezza alla maturità? Quando si inizia ad accettare i propri limiti. Accettare i propri limiti è il passaggio dalla giovinezza alla maturità. Si diventa adulti quando ci si relativizza e si prende coscienza di “quello che manca”».
Gesù ci spiega tutto questo nel vangelo : «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento» (Mt 5,17). E il giovane «doveva arrivare sulla soglia di un salto, dove si apre la possibilità di smettere di vivere di sé stessi, delle proprie opere, dei propri beni e – proprio perché manca la vita piena – lasciare tutto per seguire il Signore. A ben vedere, nell’invito finale di Gesù – immenso, meraviglioso – non c’è la proposta della povertà, ma della ricchezza, quella vera».
Il Papa ci dice ancora: «potendo scegliere fra un originale e una copia, chi sceglierebbe la copia? Ecco la sfida: trovare l’originale, non la copia. Gesù non offre surrogati, ma vita vera, amore vero, ricchezza vera!».Ci vuole l’esempio di qualcuno che mi invita a un “oltre”, a un “di più”, a crescere un po’.
Bergoglio, che ha portato con sé sul palco sul sagrato un gruppo di bambini della scuola di Ponsacco e, a inizio udienza, ha chiesto ai fedeli un applauso «a tutti gli Antoni» per l’odierna ricorrenza di Sant’Antonio da Padova, a conclusione della catechesi ha fatto un appello per i Campionati Mondiali di calcio in Russia: «Desidero inviare il mio cordiale saluto ai giocatori e agli organizzatori, come pure a quanti seguiranno tramite i mezzi di comunicazione sociale questo evento che supera ogni frontiera. Possa questa importante manifestazione sportiva diventare occasione di incontro, di dialogo e di fraternità tra culture e religioni diverse, favorendo la solidarietà e la pace tra le nazioni».
Emanuele Maida