Papa Francesco: aprirsi a tutti

Continuano le catechesi del Santo Padre sull’evangelizzazione. La settimana scorsa Papa Francesco si era soffermato sull’aspetto essenziale dell’annuncio che è la gioia. Oggi ci ricorda che questa gioia non è solo per alcuni, ma è un dono per tutti, proprio perché il Vangelo è per ogni uomo. 

In questo modo noi tutti diventiamo servitori della destinazione universale del Vangelo, è per tutti; e distinguiamoci per la capacità di uscire da noi stessi – un annuncio per essere vero annuncio deve uscire dall’egoismo proprio – e avere anche la capacità di superare ogni confine. I cristiani (…) devono essere aperti ed espansivi, i cristiani devono essere “estroversi”, e questo loro carattere viene da Gesù, che ha fatto della sua presenza nel mondo un cammino continuo, finalizzato a raggiungere tutti, persino imparando da certi suoi incontri.

Ci viene in aiuto il Vangelo di Matteo (cf Mt 15,21-28). Esso ci racconta che quando Gesù si rifiuta di guarire la figlia della donna cananea, è lei stessa che replica che anche «i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni» (v. 27). (…) Questo incontro con questa donna ha qualcosa di unico. Non solo qualcuno fa cambiare idea a Gesù, e si tratta di una donna, straniera e pagana; ma il Signore stesso trova conferma al fatto che la sua predicazione non debba limitarsi al popolo a cui appartiene, ma aprirsi a tutti. 

Il Pontefice ci ricorda che quando Dio chiama una persona e stringe un patto con alcuni il criterio è sempre questo: elegge qualcuno per raggiungere altri, questo è il criterio di Dio, della chiamata di Dio. Tutti gli amici del Signore hanno sperimentato la bellezza ma anche la responsabilità e il peso di essere “scelti” da Lui. Occorre dunque che ci ricordiamo che la chiamata è per un servizio. E Dio sceglie uno per amare tutti, per arrivare a tutti.

La catechesi si conclude con le parole che ci ricordano la nostra “cattolicità”. Dobbiamo prevenire la tentazione di identificare il cristianesimo con una cultura, con un’etnia, con un sistema. Così, però, perde la sua natura veramente cattolica, ossia per tutti, universale: non è un gruppetto di eletti di prima classe. Non dimentichiamo: Dio sceglie qualcuno per amare tutti

Al termine dell’udienza, nel salutare tutti i presenti, Papa Francesco con perseveranza e ancora una volta invoca la pace e invita tutti noi a pregare per essa ininterrottamente.